La formazione è un elemento chiave per le imprese estere che operano in Italia e rappresenta uno dei principali strumenti utilizzati per attrarre nuovi talenti. Secondo uno studio condotto dall’Osservatorio Imprese Estere di Confindustria, l’89% delle imprese a capitale straniero investe in formazione, una percentuale significativamente più alta rispetto alle imprese italiane. Queste imprese utilizzano diverse modalità di formazione, tra cui il training on the job, la partecipazione a convegni, workshop e seminari, e attività di auto-apprendimento.
Questi dati emergono dall’evento “Nuove generazioni, imprese globali e la sfida della competitività” promosso dall’Osservatorio Imprese Esterne di Confindustria, Luiss, e la Scuola IMT Alti Studi di Lucca, con il contributo di Fondirigenti.
L’evento ha evidenziato l’importanza della formazione nel contesto della competitività industriale. Le imprese straniere in Italia considerano fondamentale investire in asset intangibili, tra cui il capitale umano. Le attività formative sono particolarmente focalizzate sullo sviluppo di competenze gestionali e manageriali, che sono considerate essenziali per affrontare gli scenari complessi delle multinazionali.
Gli investimenti delle imprese estere in Italia si concentrano sulle competenze e sul capitale umano. Questo approccio è essenziale per gestire la trasformazione digitale e ambientale in corso. Inoltre, le imprese estere hanno un ruolo cruciale nel sollecitare la collaborazione tra imprese locali ed estere per sfruttare al meglio le opportunità di formazione e sviluppo del capitale umano.
In Italia, il 48% delle imprese non riesce a trovare le risorse con le competenze richieste. Ciò dimostra l’importanza di investire in formazione continua e di attrarre talenti preparati dall’estero. Le università italiane e gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) possono svolgere un ruolo significativo in questo processo.