Un team di ricercatori ha monitorato l’andamento dell’engagement dei media controllati dagli stati autoritari (e non solo), da quando Meta, il colosso che possiede Facebook e Instagram, ha implementato un nuovo sistema di labeling pensato proprio per aiutare il pubblico a comprendere quando i contenuti che stanno leggendo provengono da fonti non indipendenti.
Dal 2020, le pagine di organizzazioni come Russia Today, Sputnik e China Daily (rispettivamente controllate da Russia e Cina) sono indicate da un’etichetta che avvisa il pubblico del fatto che si tratta di media controllati da una un governo.
Il team di ricercatori delle Carnegie Mellon University, Indiana University e University of Texas hanno scoperto che il sistema di classificazione di Facebook tende a ridurre significativamente il traffico delle pagine controllate da nazioni percepite come ostili e autoritarie. Contestualmente, la stessa etichetta, se apposta su media pubblici di governi occidentali, sembra avere l’effetto opposto — e questo è ad esempio vero per le pagine media pubblici canadesi.
Nel corso dell’esperimento, che ha coinvolto 1.200 utenti con account Facebook statunitensi, i ricercatori hanno osservato un calo dell’engagement a svantaggio dei post provenienti da Russia e Cina. Questo risultato, ad ogni modo, si verificava esclusivamente quando l’etichetta era ben visibile.
Un ulteriore test ha analizzato l’interazione degli utenti di Facebook con i media controllati dallo stato prima e dopo l’applicazione delle etichette. I dati hanno mostrato una diminuzione del 34% nella condivisione di post etichettati e una diminuzione del 46% nei “mi piace” ricevuti da questi post dopo l’introduzione delle etichette.