Secondo il rapporto FragilItalia, realizzato da Area Studi Legacoop con Ipsos dopo aver intervistato 800 persone, l’inflazione ha spinto la metà degli italiani a ridurre le spese. I tagli previsti indicano nel 57% una riduzione della spesa per lo shopping, con picchi del 61% tra donne, over 65 e non occupati. Il 53% ha ridotto i consumi di energia elettrica, il 51% le spese per attività di svago e culturali, il 44% i consumi di gas, con una percentuale più alta al sud (53%).
Il ceto meno abbiente risulta essere colpito più duramente dall’aumento dei prezzi, con tagli alle spese per lo shopping del 74%, energia elettrica del 71% e attività culturali del 66%. Le spese alimentari sono state ridotte dal 61% dei meno abbienti, rispetto al 35% della media.
Le previsioni per il futuro indicano ulteriori riduzioni nelle spese per divertimenti (57%), cene fuori e viaggi (52%), prodotti delivery (48%) e piatti pronti (47%). Altri settori che subiranno tagli includono elettronica, cultura, abbigliamento e prodotti di bellezza.
Le strategie di difesa più segnalate dagli intervistati includono la riduzione degli acquisti superflui (51%), il minor spreco di cibo (49%) e l’acquisto di prodotti in promozione (47%). La frequenza di acquisto presso i discount è aumentata del 39%, mentre quella dai negozi al dettaglio è diminuita del 36%.