A giugno, l’indice dei prezzi al consumo in Italia ha registrato una netta decelerazione, passando dal +7,6% di maggio al +6,4%. L’Istat ha riferito che l’inflazione è ancora fortemente influenzata dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici, che hanno subito un notevole calo. Escludendo gli energetici e gli alimentari freschi, l’inflazione di fondo ha rallentato ulteriormente, scendendo dal +6,0% al +5,6%. Tuttavia, i prezzi dei beni alimentari non lavorati sono aumentati, passando dall’8,8% al 9,4%.
Nonostante il rallentamento, le associazioni a tutela dei consumatori sostengono che questa riduzione dell’inflazione non sia sufficiente per le famiglie con figli, criticando il fatto che il ribasso dei prezzi abbia impiegato troppo tempo dopo la diminuzione dei costi dell’energia. L’abbassamento dei prezzi sembra essere meno repentino rispetto alle loro precedenti aumenti da parte delle imprese. Le famiglie con minore capacità di spesa risentono maggiormente dell’impatto dell’inflazione, con un aumento del 9,4%, mentre per quelle con livelli di spesa più elevati, l’aumento è del 7,1%. Il calo dell’inflazione è più marcato per il primo gruppo rispetto al trimestre precedente.
Il calo dei prezzi ha una notevole rilevanza per le famiglie italiane, poiché i dati dimostrano che una coppia con due figli può spendere 1834 euro in più all’anno, di cui 846 euro vanno solo per far fronte ai rincari del cibo e delle bevande. Anche le famiglie con un solo figlio subiscono un impatto significativo, con una spesa annua aggiuntiva di 1673 euro, di cui 764 euro per mangiare e bere. In media, una famiglia si trova a dover affrontare una spesa annua aggiuntiva di 1390 euro, di cui 620 euro per prodotti alimentari e bevande analcoliche. Le famiglie numerose con più di 3 figli sono le più colpite, con una spesa annua aggiuntiva superiore a 2000 euro, 2068 euro per la precisione, di cui 1010 euro solo per cibo e bevande.
Il Codacons, un’altra associazione a tutela dei consumatori, mette l’accento sull’andamento dei prezzi nei settori dei trasporti e degli alimentari. Sebbene la discesa delle bollette abbia influenzato positivamente il tasso d’inflazione, alcuni settori, come quello alimentare, continuano a registrare aumenti elevati, arrivando al +11% a giugno. I trasporti subiscono un’accelerazione delle tariffe, soprattutto per i voli nazionali che hanno registrato un aumento annuo del +28,9% e mensile del +17,8%.
In termini geografici, le grandi città italiane con più di 150.000 abitanti hanno mostrato diverse variazioni nell’inflazione. Genova ha registrato il tasso più elevato, con un +8,5%, seguita da Firenze con un +7,6%, mentre Potenza ha segnato solo un +3,8%.