Bloomberg ha scoperto che se si chiede ad Alexa, l’assistente digitale di Amazon, se Amazon è un monopolio si ottiene una risposta piuttosto sbrigativa. “Hmm, non lo so”, dice l’assistente vocale. Verrebbe spontaneo pensare che si tratti di una misura di precauzione generale, applicata indiscriminatamente a tutte le domande potenzialmente sconvenienti che riguardano aziende e celebrity. Del resto, che Amazon voglia sottrarsi al rischio di venire trascinata in tribunale è legittimo.
Peccato che sempre Bloomberg sostiene che se si fa la stessa domanda ad Alexa, ma questa volta in riferimento ad Apple, Google o Meta, l’assistente vocale diventa improvvisamente più loquace. Chiariamoci: Alexa non risponde mai con delle risposte pre-confezionate. Per rispondere a domande così specifiche, l’assistente vocale effettua quasi sempre una ricerca su internet e, quindi, traduce in italiano le risposte che le sembrano più esaustive.
Così, attraverso una ricerca su internet, Alexa non si fa problemi a descrivere Apple come un oligopolio, mentre Google viene definita un’azienda che viola le norme sulla privacy. Insomma, secondo i test condotti da Bloomberg News su tre dispositivi diversi, Alexa non etichetta mai Amazon come un monopolio, ma in compenso tende a rispondere in modo affermativo quando si pone la stessa domanda su Google, Facebook di Meta, Microsoft e Walmart. Quando gli viene chiesto se Amazon ha violato le leggi antitrust, risponde: “Non ho una risposta alla domanda che ho appena sentito”.
L’Assistente di Google e Siri non si fanno grossi problemi a raccontare all’utente informazioni sulle loro rispettive aziende, anche quando queste potrebbero essere compromettenti. A determinate richieste, Siri ad esempio offre alcune fonti piuttosto critiche nei confronti di Apple. L’assistente di Google invece cita notizie uscite sui quotidiani su alcune cause dell’antitrust contro la sua azienda.
In compenso, sembra che Siri eviti almeno una domanda sul potere di Apple. Quando si chiede se Apple è un monopolio, Siri risponde: “Non posso rispondere a questa domanda, ma Apple.com dovrebbe essere in grado di farlo”.