Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, all’inizio di quest’anno OpenAI aveva avvertito Microsoft sui rischi di un lancio affrettato di Bing Chat, l’intelligenza conversazionale integrata all’interno dell’omonimo motore di ricerca e all’interno di Edge. Lo stesso Sam Altman aveva suggerito di aspettare ancora qualche mese, in modo da completare l’addestramento di GPT-4. Microsoft ha preferito fregarsene.
Ovviamente OpenAI aveva ragione: Bing Chat all’inizio dava frequentemente risposte erratiche, in alcuni casi perfino problematiche e offensive. In un caso celebre, l’IA aveva paragonato un giornalista ad Adolf Hitler. Un altro giornalista, questa volta del New York Times, aveva raccontato che l’IA gli aveva suggerito di abbandonare sua moglie e fuggire con Bing. E questa è soltanto la punta dell’iceberg. Nel frattempo, con il passare del tempo le risposte di Bing Chat sono diventate più precise e meno folli.
Microsoft ha investito una quota del 49% nella startup di intelligenza artificiale, evitando in questo modo che l’accordo finisse sotto alla lente d’ingrandimento dell’antitrust (come è successo nel caso dell’acquisizione di Activision Blizzard , ancora in bilico). L’accordo ha garantito a Microsoft un accesso anticipato a ChatGPT e DALL-E 2 di OpenAI per potenziare il motore di ricerca di Bing. Inoltre, Microsoft sta aggiungendo CoPilot basato su OpenAI a Office e ad altri prodotti software. Come contropartita, OpenAI ora può contare sulle potenti infrastrutture per il cloud di Microsoft Azure.
Il WSJ descrive l’accordo come una “relazione aperta” in cui Microsoft mantiene un’influenza significativa senza avere il completo controllo. Ad esempio, sebbene l’accordo impedisca ad OpenAI di stringere simili accordi con motori di ricerca alternativi a Bing, l’azienda rimane comunque libera di lavorare con i rivali di Microsoft in altri campi.