Tra i personaggi più noti dei fumetti di Zerocalcare c’è l’amico ‘Secco’ divenuto oramai iconico anche per i suoi modi di dire, tra cui il famigerato “Annamo a pijà er gelato”, immancabilmente riproposto anche in Questo mondo non mi renderà cattivo. Proprio il gergo di Secco è entrato a far parte delle leggende metropolitane e delle reinterpretazioni fantasiose da parte di fan e pubblico, e in questo video Michele “Zerocalcare” fa luce sulla questione. Inoltre, vi proponiamo le sue note d’autore sulla serie, attualmente disponibile su Netflix.
” Dopo Strappare lungo i bordi per molti sarebbe sembrato sicuramente naturale immaginare di realizzare una seconda stagione. D’altra parte il formato, lo stile narrativo e tutto ciò che la caratterizzava erano piaciuti al pubblico, dunque perché non realizzare una nuova versione mantenendo gli stessi elementi? Perché c’è sempre un rovescio della medaglia… che in questo caso era rappresentato dal rischio che non venisse bene come la prima, ma soprattutto perché mi piaceva l’idea di alzare l’asticella sia nella forma sia nel contenuto, provando a realizzare un prodotto più complesso e perfino più divisivo.
Quando ho iniziato a pensare di voler fare animazione è stato perché avevo in mente proprio la storia di Questo mondo non mi renderà cattivo, che attingeva da alcuni fatti che all’epoca erano successi da poco. In quel momento, però, era troppo presto, avevo appena cominciato a confrontarmi con il formato breve di “Rebibbia Quarantine”. È stato dopo l’incontro con Giorgio Scorza e Davide Rosio di Movimenti Production e con il team di DogHead Animation che, lavorando a Strappare lungo i bordi, una storia che era molto più nella mia comfort zone narrativa, mi sono sentito rassicurato: sapevo che insieme potevamo realizzare qualcosa che avesse un respiro più ampio.
Questa prima esperienza ha sicuramente dato un’impostazione diversa al mio approccio all’animazione. Un percorso che è proseguito durante la produzione di Questo mondo non mi renderà cattivo, durante il quale mi sono confrontato con ulteriori aspetti, incluse alcune nuove sfide nel passaggio all’animazione. In questo caso, per me, è stato utile confrontarmi con la regia tecnica di Giorgio e Davide, che proponevano delle soluzioni in grado di dare una resa cinematografica ad alcune sequenze che nella mia testa avevano un formato molto legato al fumetto.
Questa serie è sicuramente più complessa della precedente e non sono mancate le sfide per gli storyboardisti come per gli animatori e per tutte le figure professionali che hanno lavorato alla produzione. A partire dalla lunghezza degli episodi, una scelta che non è stata fatta a tavolino ma è stata dettata da esigenze narrative: Questo mondo non mi renderà cattivo ha infatti una struttura molto più articolata, con un filone orizzontale principale su cui si intersecano una serie di vicende e di personaggi, e fin dall’inizio il tutto doveva essere cucito in modo tale che lo spettatore non si perdesse all’interno della storia e potesse sostenere il ritmo di un racconto fatto per lo più da un’unica persona che fa le voci di tutti i personaggi. In questo senso è stato importante l’inserimento delle canzoni, che accompagnando alcuni avvenimenti creano comunque delle pause nel ritmo, sostenuto della narrazione. ”
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