Com’era il mondo miliardi di anni fa, prima dell’arrivo dei funghi, delle alghe, delle piante e degli animali come li conosciamo oggi, inclusi noi stessi? Bene, grazie ai fossili molecolari appena scoperti, gli scienziati stanno iniziando a svelare i segreti di quel “mondo perduto” che era abitato da minuscoli organismi microscopici. Questi organismi sono stati i precursori delle forme di vita complesse che popolano il nostro pianeta. I fossili sono stati trovati in rocce risalenti a circa 1,6 miliardi di anni fa, in un periodo chiamato Eone Proterozoico, caratterizzato dalla prima abbondanza di forme di vita complesse sulla Terra. Questo periodo è stato fondamentale per l’evoluzione della vita, ma fino ad ora è stato avvolto nel mistero a causa della mancanza di documentazione fossile sugli organismi microscopici che abitavano i mari della Terra in quel tempo.
I primi eucarioti finalmente individuati
I fossili appena scoperti sono molecole di uno steroide, una sostanza grassa che faceva parte delle membrane cellulari dei primi organismi eucarioti. Gli eucarioti sono organismi con una struttura cellulare complessa, che comprende un nucleo come centro di comando e controllo, e strutture chiamate mitocondri che forniscono energia alla cellula. L’essere umano è eucariote. Gli organismi dell’era del Proterozoico hanno aperto la strada all’evoluzione di funghi, alghe, piante e animali, anche se in quel periodo ancora non esistevano, per questo il ritrovamento di questi fossili molecolari è così importante. È interessante notare che i fossili molecolari non rivelano l’aspetto fisico degli organismi, ma solo i loro resti chimici. Non sappiamo ancora le dimensioni, l’aspetto, il comportamento o la complessità di questi organismi, né se fossero unicellulari o multicellulari. È come cercare di risolvere un puzzle senza tutte le sue tessere. Gli scienziati suppongono che questi antichi organismi potessero essere predatori feroci, anche se erano di dimensioni ridotte. Potrebbero aver cacciato batteri più piccoli o altri eucarioti. È incredibile pensare che in quel “mondo perduto” ci fossero queste interazioni tra organismi, anche se non possiamo vederle direttamente.
La dominanza degli eucarioti rispetto ai batteri
Fino ad ora, si pensava che gli eucarioti primitivi fossero minori attori in un grande dramma che coinvolgeva principalmente i batteri. Ma i fossili molecolari trovati nelle rocce datate tra 1,6 miliardi e 800 milioni di anni fa dimostrano che questi eucarioti erano in realtà molto comuni. Erano presenti in un intero mondo che ora è perduto per noi. È importante notare che queste forme di vita sono estinte da molto tempo. La loro scomparsa ha aperto la strada all’emergere delle forme di vita eucariotiche moderne, che sono presenti sulla Terra da circa 800 milioni di anni. Se pensiamo alla scala temporale, la nostra specie, Homo sapiens, è nata solo 300.000 anni fa, quindi questi organismi primitivi sono molto più antichi di noi. Nel periodo in cui esistevano gli eucarioti primitivi, la superficie terrestre era sterile e le parti più profonde dell’oceano erano coperte da dense comunità microbiche. Le acque oceaniche erano soggette a gas tossici di idrogeno solforato, che emanavano un odore simile a quello di uova marce. Si pensava che gli oceani fossero principalmente popolati da batteri, e si riteneva che gli eucarioti fossero presenti solo in habitat marginali come le coste o i fiumi. Ma le molecole di steroidi fossili trovate nelle rocce sedimentarie ci dicono che gli eucarioti erano sorprendentemente abbondanti e diffusi.
Konrad Block aveva ragione
I fossili sono stati scoperti in rocce antiche nell’Outback dell’Australia settentrionale, vicino a Darwin. Gli scienziati, che hanno documentato i loro risultati in un articolo pubblicato su Nature, si è scoperto che erano alla ricerca di steroidi biologicamente più avanzati di quelli posseduti da questi organismi. Il biochimico Konrad Block, premio Nobel nel 1964 e morto nel 2000, aveva ipotizzato che gli eucarioti primordiali producessero tali steroidi primitivi, ma dubitava che sarebbero mai stati scoperti. Invece li hanno trovati. Questa scoperta apre una finestra sul passato remoto della vita sulla Terra, ci mostra quanto ancora abbiamo da imparare e ci ricorda che il nostro pianeta ha ospitato forme di vita incredibili molto prima che noi facessimo la nostra comparsa. Questa “finestra sul mondo perduto” ci invita a esplorare ulteriormente l’evoluzione della vita sulla Terra e a meravigliarci di quanto sia affascinante e complesso il nostro viaggio attraverso il tempo.