PescAgri-Cia, l’associazione dei pescatori italiani promossa da Cia-Agricoltori Italiani, fa il suo debutto quest’anno alla manifestazione Slow Fish 2023, l’evento di rilievo dedicato all’approfondimento dei temi legati al consumo del pesce. Con uno spazio espositivo di grande rilevanza, PescAgri-Cia testimonia il suo impegno nella tutela e valorizzazione dell’acquacoltura, puntando all’aumento dell’autosufficienza alimentare attraverso lo sviluppo di allevamenti ittici sostenibili con l’utilizzo dei fondi dell’Unione Europea.

Il settore dell’acquacoltura è in costante crescita, con un giro d’affari di 510 milioni di euro, divisi tra 295 milioni per la piscicoltura e 215 milioni per la molluschicoltura. Sono presenti nel territorio italiano ben 900 aziende che producono circa 165.000 tonnellate di pesce di trenta specie diverse. Tuttavia, secondo PescAgri-Cia, c’è ancora molto lavoro da fare nel settore: sono necessari incentivi agli investimenti per aumentare la produzione, sfruttando al meglio i fondi del Feampa (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca), visto che il settore ittico nazionale è il terzo a livello europeo, nonostante sia il decimo per la pesca, ed è afflitto dagli aumenti dei costi energetici. Nonostante ciò, il settore riveste un’importanza strategica per il settore primario. L’acquacoltura viene considerata “agricoltura di mare”, comprendendo gli allevamenti ittici sia in acqua salata che dolce, volti alla raccolta di pesci, molluschi e crostacei, che possono essere realizzati in mare, fiumi, laghi o lagune.

Rosa Castagna, presidente di PescAgri-Cia, sottolinea che, data la crescente domanda e lo sfruttamento eccessivo degli stock ittici, l’acquacoltura non può più essere considerata un’attività secondaria rispetto alla pesca tradizionale. Negli ultimi dieci anni, la crescita della produzione ittica di allevamento è stata del 8%, e si prevede che entro il 2030 il prodotto ittico d’allevamento supererà quello pescato, coprendo il 70% della domanda.

La priorità di PescAgri-Cia è la promozione dell’itticoltura sotto il profilo ambientale, economico e sociale, oltre alla conservazione delle risorse biologiche acquatiche. Ciò contribuisce alla sicurezza alimentare europea e promuove una blue economy sostenibile nelle aree costiere, insulari e interne. A tale scopo, è stato avviato il progetto “PescAgri che vogliamo!”, che mira alla formazione professionale degli operatori del settore della pesca e degli imprenditori ittici, consentendo al comparto di aderire agli obiettivi europei di transizione ecologica attraverso l’innovazione tecnologica.

PescAgri-Cia intende inoltre intensificare il dialogo con le istituzioni nazionali per superare gli ostacoli amministrativi e le difficoltà burocratiche che hanno frenato il settore in passato, ad esempio nel rilascio delle concessioni demaniali marittime. L’associazione punta alla crescita economica degli allevamenti ittici mediante una progressiva semplificazione del quadro normativo e delle norme vigenti, anche attraverso una maggiore digitalizzazione. Castagna conclude auspicando una campagna di promozione che sostenga e incentivi il settore dell’acquacoltura, simile a quanto accaduto in passato con gli agriturismi, per garantire nuove opportunità di reddito alle aziende agricole e favorire lo sviluppo di attività di allevamento sia in acqua dolce che salata.