Il riciclo chimico sta emergendo come un’alternativa promettente per affrontare il problema dei rifiuti di plastica e promuovere un’economia circolare più efficiente. Tuttavia, non ci sono ancora abbastanza dati per determinare tutti i vantaggi e gli svantaggi di questa tecnologia rispetto al metodo tradizionale del riciclo meccanico. Attualmente, entrambi i metodi possono coesistere e contribuire a una gestione più sostenibile dei rifiuti plastici.
Il riciclo chimico offre la possibilità di trasformare la plastica in nuovi polimeri o prodotti chimici utilizzabili nell’industria, consentendo il recupero di frazioni di plastica che non sono adatte al riciclo meccanico. Ciò contribuisce anche a ridurre l’uso di risorse fossili e le emissioni di CO2 associate all’incenerimento e alla produzione di materie prime convenzionali. Tuttavia, ci sono ancora diversi punti deboli da affrontare.
Uno dei principali ostacoli è la mancanza di tecnologie ben collaudate, che è dovuta anche a questioni di mercato, come i costi elevati dell’energia e le sfide legate alla raccolta differenziata. Inoltre, il riciclo chimico può essere problematico per le plastiche contenenti additivi o componenti chimici sconosciuti, che potrebbero non essere completamente intercettati durante i processi di depolimerizzazione. Questo solleva preoccupazioni sulla certificabilità delle nuove plastiche prodotte attraverso il riciclo chimico.
L’Unione europea sta affrontando queste problematiche attraverso l’introduzione del passaporto digitale dei prodotti, un documento che contiene informazioni dettagliate sulla composizione dei materiali utilizzati in un prodotto e sul loro corretto smaltimento. Questo consentirà di aumentare le possibilità di riutilizzo e corretto riciclo dei prodotti, fornendo agli utenti informazioni cruciali sulla filiera e sulla gestione dei rifiuti.
Migliorare le tecnologie e gli aspetti di mercato del riciclo chimico richiederà ulteriori investimenti a lungo termine. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno pianificato investimenti significativi per sviluppare tecnologie avanzate che riducano il consumo di energia e l’inquinamento. Anche in Europa e in Italia sono stati fatti passi avanti in questa direzione, con l’inclusione del riciclo chimico come parte della transizione ecologica nei piani di ripresa nazionali.
Tuttavia, è importante sviluppare una normativa chiara per il riciclo chimico al fine di differenziarlo dal riciclo tradizionale e stabilire standard certificabili. Attualmente, l’utilizzo di plastica riciclata chimicamente per la produzione di idrogeno, ad esempio, non si allinea pienamente con l’idea di un’economia circolare. Pertanto, è necessario definire in modo chiaro e regolamentare il riciclo chimico per differenziare tra il riciclo di plastica a plastica e il riciclo di plastica a combustibili.