Al cinema in lingua originale solo il 10 maggio, dall’11 al 17 The First Slam Dunk arriverà sul grande schermo doppiato interamente in italiano. Un’esperienza unica per un film che rispetta, finalmente, quella che era la visione dell’autore, Takehiko Inoue, re indiscusso degli spokon grazie a quella che è la sua opera di maggior successo. Slam Dunk torna in grande stile, dopo il successo raccolto con manga e anime, per raccontare una storia di sport, di coesione, di amalgama, intrecciando due binari paralleli per la narrazione e spostando l’occhio di bue sulla storia di Ryota Miyagi, lasciando Hanamichi Sakuragi sullo sfondo. Per scoprire qualcosa in più sul doppiaggio, intorno al quale è emersa qualche polemica, abbiamo intervistato Mosè Singh, la voce del protagonista del film.
Inoue e la scelta dei doppiatori
Sempre più spesso capita di avere conferma del fatto che sia il regista di un film stesso a voler approvare i doppiatori, in qualsiasi lingua. Ve lo racconteranno moltissimi doppiatori, nonché direttori del doppiaggio. Lo stesso Stanely Kubrick, per Eyes Wide Shut, approvò la scelta di Massimo Popolizio a dar voce a Tom Cruise, selezionando personalmente chi avrebbe riprodotto in italiano il suo protagonista, il dottor William “Bill” Harford. Una scelta non da poco, tenendo conto che l’attore di Syracuse è sempre stato doppiato da Roberto Chevalier, sia prima che dopo. Un chiaro segno di quanto un regista voglia essere meticoloso in quelle che sono le sue scelte. E così succede anche per quanto riguarda i film d’animazione.
Mosè Singh, che dà la voce al protagonista di The First Slam Dunk, Ryota Miyagi, conferma che il suo provino è stato ascoltato proprio da Takehiko Inoue: “Di recente sta capitando sempre meno di avere questo tipo di controllo. E lo dico con immenso dispiacere: il nostro lavoro dovrebbe sempre essere in qualche modo supervisionato da chi il prodotto lo ha pensato e concepito. Essere stato approvato direttamente da Inoue è stato sicuramente gratificante, ma non nascondo di aver passato giorni di grande tensione dopo l’invio dei provini… sapere che il Maestro stesse ascoltando la mia voce e la stessa valutando poteva comportare gioie, ma anche dolori”.
Un ruolo predestinato
Giovanissimo, ma già navigato nell’animazione giapponese, Mosè si è fatto strada negli ultimi dieci anni di lavoro dando la voce a Bartolomeo in One Piece: Stampede, Kaname Moniwa in Haikyu!!, Zenitsu Agatsuma in Demon Splayer, Haruta Shigemo in Jujutsu Kaisen e di recente Denji in Chainsaw Man. Ruoli che gli hanno permesso di entrare nel cuore del pubblico, ma allo stesso tempo di coronare una passione che gli ha permesso di anticiparsi alcune informazioni strategiche sul film di Slam Dunk: “Seppi di Ryota come protagonista leggendo le prime recensioni del film quando è uscito in Giappone. Ero elettrizzato: volevo vedere a tutti i costi il film, perché Ryota è sempre stato il mio personaggio preferito della serie. Non pensavo né speravo di lavorarci e invece… è stato tutto improvviso. Inoue ha ricevuto i nostri sample vocali ed il mio primo approccio col film è stato direttamente il trailer! Amo Slam Dunk da 20 anni. Prima con l’incarnazione anime, che ho seguito sporadicamente con le poche repliche dell’epoca e poi grazie al manga. Ironia della sorte sono sempre stato additato come “il sosia” di Miyagi: stesso taglio, stesse sopracciglia, carnagione e altezza. Era destino? Mi piace pensare di sì”.
Ciò che più si esalta nella produzione di The First Slam Dunk è sicuramente l’attenzione riposta nella caratterizzazione dei personaggi: Miyagi richiede un grande lavoro tecnico, soprattutto per la presenza di molta voce pensiero, cambi improvvisi di tono, riflessioni, una voce più portata per simulare una partita di basket, che non lascia spazio a quei tratti esasperati tipici delle produzioni giapponesi: “Direi che per Ryota il vero punto di svolta è stato cercare di trovare il realismo che tendenzialmente manca a molti prodotti nipponici: si è molto più sopra le righe, più timbrati, urlati. Qui è stato come lavorare su un attore. Il film è profondamente reale. Non è una riproduzione animata di una partita, ma una partita vera, a tutto tondo. Quindi devi dimenticarti di avere davanti un anime. Ryota è umano, profondamente. E ha una storia davvero toccante, della quale per ovvie ragioni, non posso dire nulla. Ho empatizzato davvero tanto con lui e sono certo farete lo stesso guardando il film”.
Il cambio dei doppiatori dall’anime al film
Uno degli aspetti che ha preceduto l’annuncio di The First Slam Dunk è stato il timore di chi avrebbe prestato le voci ai protagonisti. Nell’anime, andato in onda nel 2000, Diego Sabre dava la voce a Hanamichi Sakuragi, il protagonista, mentre Ryota Myagi era interpretato da Stefano Brusa. Ivo De Palma era invece Kaede Rukawa, con Claudio Moneta a prestare la voce, infine, a Takenori Akagi. Un quartetto di grande appeal e di indubbia notorietà, che non è stato confermato per il film, arrivato 23 anni dopo la prima messa in onda della serie anime in televisione, in Italia. Una scelta che è facile da comprendere, ma che ha suscitato delle polemiche che con Mosè abbiamo provato a stemperare: “Tengo molto a sottolineare che non è nostra intenzione andare a soppiantare ciò che il doppiaggio storico ci ha regalato. Inoue non ha mai amato l’anime. Ha voluto staccarsi completamente da quel prodotto, sia in Giappone che all’estero ha optato per un cambio cast. E ha chiesto esplicitamente chiesto voci più giovani e meno note, affinché il pubblico potesse conoscere e riconoscere i personaggi e non necessariamente la personalità già nota di alcuni doppiatori.
È stata una scelta tutta sua”.
Aggiungiamo che quelli che erano personaggi di diciassette anni negli anni 2000 continuano a esserlo oggi: Ivo De Palma, storica voce di Mirko in Kiss Me Licia e Pegasus nei Cavalieri dello Zodiaco, aveva poco meno di 40 anni quando aveva doppiato Kaede Rukawa, mentre adesso ne ha 60. La sua voce avrebbe stonato su un personaggio rimasto cristallizzato nel tempo, essendo figlio di un’animazione e non di una prova attoriale in carne e ossa. La stessa cosa dicasi, pertanto, con il personaggio di Ryota Miyagi, doppiato nell’anime da Stefano Brusa: classe ’76, oggi si sarebbe ritrovato a dare al suo personaggio una voce da cinquantenne. Una dinamica che, d’altronde, abbiamo vissuto anche con The Last of Us, dove la Ellie della serie, interpretata da Bella Ramsey, è doppiata da Arianna Vignoli, mentre nel videogioco era Gea Riva.
In chiusura, con Mosè ci siamo lasciati andare a una speranza condivisa e legata alla distribuzione degli anime al cinema, con Slam Dunk che potrebbe aver nuovamente messo sotto l’attenzione di tutti la qualità che film del genere posso portare: “Quel che vorrei veramente vedere è una concreta presa di coscienza. Mi sembra che il pubblico pretenda un sempre più crescente numero di prodotti al cinema, ma senza dare il supporto necessario affinché il miracolo possa avvenire. Supportare significa agire concretamente. Questo è l’unico passo in più che vorrei vedere nel nostro Paese a tal proposito”.