La Puglia sta affrontando una grave crisi a causa della Xylella fastidiosa, un batterio che ha contagiato oltre 21 milioni di ulivi in oltre 8.000 chilometri quadrati di territorio infetto, pari al 40% dell’intera regione. Secondo Coldiretti, i danni non riguardano solo la disponibilità di olio Made in Italy, ma si allargano anche all’ambiente, all’economia e al turismo, con intere fasce di territorio ridotte a distese spettrali di alberi morti. Inoltre, la Xylella e i cambiamenti climatici hanno portato a un taglio del 40% della produzione di olio extravergine di oliva in Puglia quest’anno.
La situazione rappresenta una tempesta perfetta per gli agricoltori della regione, che si trovano senza reddito da dieci anni, con milioni di ulivi secchi e frantoi venduti a pezzi all’estero. Ciò ha causato anche la perdita di 5.000 posti di lavoro nella filiera dell’olio extravergine di oliva e rischia di diventare irreversibile se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare il “disastro colposo” nel Salento e rilanciare la più grande fabbrica green italiana che vantava, prima dell’arrivo del batterio, ben 60 milioni di ulivi dal Gargano al Capo di Leuca.
La Xylella e i cambiamenti climatici stanno bruciando un potenziale pari al 30% della produzione nazionale di olio, che è crollata a circa 208 milioni di chili nella stagione 2022/2023, contro i 329 milioni di chili della stagione precedente. Se l’espansione della zona infetta non venisse arrestata, l’impatto economico per l’Italia potrebbe crescere fino a 5,2 miliardi di euro, secondo uno studio della prestigiosa rivista americana PNAS.
La Puglia rappresenta una delle culle dell’olio Made in Italy, ed è quindi fondamentale intervenire per un rapido ed efficiente utilizzo dei fondi messi a disposizione per la rinascita degli uliveti. Tuttavia, a tre anni dalla pubblicazione del Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia da 300 milioni di euro, non è stata liquidata alcuna risorsa agli agricoltori per i reimpianti degli ulivi secchi che avrebbero consentito di ricominciare a lavorare e a produrre. Per espianti e reimpianti non è stato liquidato ancora un euro agli agricoltori a fronte di 8.133 domande singole e 26 domande collettive.
La situazione è grave e richiede un intervento rapido ed efficace per fermare la diffusione della Xylella e rilanciare l’industria dell’olio in Puglia. È importante che il governo italiano agisca con determinazione per sostenere gli agricoltori della regione e proteggere un patrimonio prezioso come quello degli ulivi.