I dati provvisori per il 2022 pubblicati dall’Agenzia ambientale europea (EEA) mettono in luce la grave situazione degli inquinanti in atmosfera in Europa. Nonostante le riduzioni registrate, il 97% degli europei respira ogni giorno quantità di polveri sottili PM2.5 ben superiori alla soglia di sicurezza fissata dall’OMS, mentre per gli altri inquinanti principali la situazione non è migliore.
L’Italia resta purtroppo fanalino di coda per gli inquinanti in atmosfera. Le più alte concentrazioni di particolato si registrano in Europa centro-orientale. Secondo il rapporto dell’EEA, ciò è principalmente causato dalla combustione di combustibili solidi per il riscaldamento domestico e dall’uso degli stessi nell’industria.
I dati provvisori per il 2022 dell’EEA confermano la scarsa qualità dell’aria in Pianura Padana, con la mappa degli inquinanti in atmosfera che colora di arancione gran parte della pianura, parte delle Marche e del Lazio. La situazione è assimilabile a quella della Polonia o della Bulgaria, con vaste zone del Centro-Sud che presentano livelli d’allarme per le polveri sottili PM2.5.
Secondo il rapporto dell’EEA, la principale causa delle elevate concentrazioni di PM10 in Europa centrale e orientale è l’uso di combustibili solidi, insieme a un parco veicoli più vecchio. Nel Nord Italia, invece, le elevate concentrazioni sono dovute alla combinazione di un’alta densità di emissioni antropiche e di condizioni meteorologiche e geografiche che favoriscono l’accumulo di inquinanti atmosferici nell’atmosfera e la formazione di particelle secondarie.
La situazione non è migliore nemmeno sul fronte dell’ozono, inquinante che si forma quando il calore e la luce provocano reazioni chimiche tra gli ossidi di azoto e i composti organici volatili, tra cui il metano. La Pianura Padana è la zona peggiore d’Europa per questo tipo di inquinante, con concentrazioni preoccupanti che vanno a danneggiare la salute dei cittadini.