Anche i morti pagano per Twitter Blue, o quantomeno questo è quello che Twitter vuole farvi credere. In queste ore il social network ha ripristinato, furtivamente, la spunta blu su numerosi account di celebrity — tutte accumunate dal fatto di non aver voluto rinnovare il loro status pagando un abbonamento a Twitter Blue.
Ad aprile, su indicazione di Elon Musk, Twitter ha rimosso le spunte blu di verifica da numerosi account del social network che in precedenza erano stati verificati usando il vecchio sistema “legacy”. In teoria, d’ora in avanti solo gli account abbonati a Twitter Blue avrebbero dovuto avere il diritto di sfoggiare la spunta di verifica, ma in pratica il social network ha fatto rapidamente marcia indietro, riattivando il badge di verifica sull’account di numerose celebrità che lo avevano perso.
Le ragioni di questa mossa sono piuttosto auto-evidenti. Ora tutti gli account con una spunta riportano anche l’indicazione che il badge è stato acquistato con Twitter Blue — anche quando questo non è vero. In questo modo, il social spera di rendere il suo abbonamento più desiderabile, convincendo così il grande pubblico a sottoscriverlo.
Molti attori hanno annunciato di aver riottenuto la spunta blu loro malgrado, senza averlo richiesto né tantomeno dopo aver pagato per il servizio. Ad esempio, Ian McKellen, celebre per aver interpretato Gandalf, ha spiegato ai suoi follower di non “aver pagato per questo onore”.
A quanto pare, Twitter ha ridato le spunte blue (sempre indicando che fossero state acquistate) anche a numerose celebrità passate a miglior vita: Michael Jackson, Chadwick Boseman, Kobe Bryant, Barbara Walters, Anthony Bourdain e Paul Walker sono solo alcune delle numerose star, che stando a Twitter, avrebbero sottoscritto un abbonamento a Blue.