Il quasar Xid2028, situato a circa 9.6 miliardi di anni luce da noi, è diventato un oggetto di studio fondamentale per comprendere il ruolo del feedback dei quasar sull’evoluzione delle galassie. Osservato ora dallo strumento NirSpec a bordo del telescopio spaziale James Webb (Jwst), questo quasar fornisce un’importante prova dei meccanismi di crollo del tasso di formazione stellare nelle galassie sopra una certa massa. La nuova osservazione diretta dei flussi di gas che fuoriescono ad alta velocità dalla galassia rafforza l’ipotesi del contributo fondamentale da parte della cosiddetta attività di feedback dei nuclei galattici attivi (Agn), ovvero buchi neri supermassicci in fase di accrescimento al centro di alcune galassie.
Uno studio recentemente pubblicato su Astronomy & Astrophysics, guidato da Giovanni Cresci dell’Inaf di Arcetri, ha evidenziato l’importanza del feedback dei quasar come meccanismo per spegnere la formazione stellare nelle galassie. Questo processo si attua grazie ai potenti venti di gas che fuoriescono dai nuclei galattici attivi. La rimozione e il riscaldamento del mezzo interstellare, infatti, sono in grado di smorzare l’attività di formazione stellare nelle galassie ospiti.
In passato, la galassia Xid2028 era stata osservata tramite strumenti come Sinfoni al Vlt, Alma e Vla. Le nuove osservazioni, invece, hanno sfruttato le prime osservazioni preliminari (Early Release Science) del Jwst effettuate dallo spettrometro NirSpec in modalità Ifu (Integral Field Unit), ovvero una tecnica che consente di ottenere uno spettro per ogni parte del campo di vista dello strumento. Questo permette di ricostruire punto per punto la distribuzione spettrale dell’energia su una determinata banda e di osservare dettagli prima del tutto invisibili.
Grazie alla sensibilità e alla risoluzione spaziale del James Webb, è stato possibile osservare una ricchezza di strutture nella cinematica e nella morfologia del gas ionizzato che in precedenza erano rimaste nascoste. In particolare, è stata riscontrata la prova dell’interazione tra il mezzo interstellare della galassia e il getto radio del quasar, che produce una bolla in espansione da cui emerge il vento di gas che si spinge ad alta velocità (oltre 1500 km/s) fino a centomila anni luce dalla galassia.