Spesso i gestionali ci pongono davanti a situazioni complesse, in cui l’obiettivo finale è la risoluzione di un problema di risorse e la conseguente trasformazione in una moltiplicazione delle stesse, risultante in un circolo virtuoso che innesca processi produttivi controllati e rigogliosi.
Che si tratti di far crescere e prosperare un luna park, una città o un impero, il goal è solitamente quello della supremazia: di una civiltà su un’altra e dell’uomo sulla natura. Una celebrazione dell’ingegno e dell’evoluzione umana, che però è qualcosa di estraneo a Terra Nil, nuovo gestionale/simulativo con elementi puzzle ideato e realizzato dallo Studio Free Lives (che forse conoscerete già per titoli originali come Bro Force e Gorn) e pubblicato da Revolver Digital, che rivolge sempre un occhio di riguardo a progetti inusuali e promettenti come questo.
Terra Nil è un gestionale diverso dal solito
Lo scenario di Terra Nil è certamente inusitato: il giocatore gestirà le forze di una compagine di astronauti ingegneri ambientali senza nome, volto o identità, che arriva (o torna?) sul nostro pianeta, evidentemente devastato e ridotto a lande di vario tipo senza vita, dopo un qualche disastro ecologico che dovremo risanare. La parola d’ordine è proprio questa: risanamento.
Gli esseri umani qui non sono protagonisti ma meri esecutori di un atto dovuto che riporta la vita e la natura al centro, senza l’ingombrante presenza del più grande dei parassiti: l’uomo.
L’obiettivo finale non è creare un ambiente accogliente per l’uomo, magari creando città ideali dove instaurare una civiltà migliore di quella da cui provengono. No, si tratta di risanare aria, acque e terreno di modo che siano di nuovo adatti alla proliferazione della vita secondo i ritmi solo apparentemente casuali della natura.
Vallate, arcipelaghi, vulcanici terreni montuosi, paesaggi sottomarini in cui una volta svettavano grattacieli: diversi sono i tipi di biomi in cui ci avventureremo e che andremo a riportare a una condizione fertile… per poi scomparire in punta di piedi. Di tutti gli elementi di gameplay presenti, difatti, questa eventualità, necessaria al completamento dei livelli, suona come la più straniante e, per questo, geniale: ma andiamo con ordine.
Le tipologie di terreni che andremo a bonificare seguono un ordine prefissato, ma le mappe sono create in modo procedurale, così che ogni partita sarà diversa dalla precedente: un’intera campagna, una volta presa la mano, durerà una manciata di ore, ma tra i diversi livelli di difficoltà e i vari modificatori presenti (oltre alla randomicità dei livelli stessi) si potrà giocare e rigiocare il titolo varie volte sempre con sfide diverse.
“Risanare” è la parola d’ordine.
Basilarmente, ogni livello si compone di tre fasi: bonifica, reinstaurazione di flora e fauna e deinstallazione di ogni manufatto umano.
Nella prima fase bisogna purificare acque, terreni e aria da tossine e scorie, per rendere le acque potabili e i terreni fertili; si costruiranno centrali elettriche con cui dare energia ai vari dispositivi utili, come pompe idrauliche, deumidificatori, irrigatori. Si procederà quindi alla creazione di aree boschive, acquitrini, laghi, per poi passare a ristabilire flora di vario tipo. Ogni elemento che si andrà a modificare agirà su valori quali la temperatura media, l’umidità, il clima in generale, provocando piogge, nevicate, eruzioni vulcaniche e così via. A quel punto si andrà alla ricerca degli habitat ideali delle specie animali, al fine di ripopolare determinate zone. Infine, quando la natura avrà fatto il suo corso e sarà entrata a regime, smetteremo di “giocare a fare Dio” per lasciarla andare per i suoi passi, mentre smantelleremo tutte le costruzioni e le strutture utilizzate. Per farlo creeremo una struttura di riciclo e trasporto di materiali con l’obiettivo di non lasciare traccia visibile alcuna del nostro passaggio, ricostituire la nostra astronave e partire per il bioma successivo.
La natura al primo posto: l’uomo si fa da parte
Proprio il fatto di dover decostruire i nostri avamposti e lasciar spazio alla natura incontaminata è l’elemento più caratteristico di Terra Nil, che inoltre sfida e quasi prende in giro le convinzioni del giocatore medio, che pensa di aver trovato la soluzione a questo o quel problema per poi sbattergli in faccia tutta la sua presunzione, dalle radici profonde: è capitato più di una volta di mandare all’aria un intero livello avanzato per un errore di progettazione iniziale o per aver sottovalutato un aspetto specifico, come la vicinanza o lontananza di una struttura da uno sbocco sul mare, per aver accelerato troppo la trasformazione climatica prima di aver effettuato altre mosse possibili al fine di assicurarci determinate risorse utili successivamente.
Anche quando si sbaglia, tuttavia, non c’è la frustrazione ma interviene la consapevolezza: è il gioco stesso che spinge a un processo di immagazzinamento di informazioni e soluzioni ottimali, col fine ultimo di far quadrare i conti e rendere alla natura quello che le spetta. In questo, il gioco è quasi più un puzzle game che un gestionale, dato che dovrete non tanto pensare a espandere le risorse ma a trasformarle in ottica di riciclo multiplo, con l’obiettivo di non lasciarvi niente dietro. E, vi assicuriamo, è la cosa più difficile di tutte, perché la pianificazione è quasi scacchistica, una volta entrati nel meccanismo.
Il messaggio ecologista del titolo appare evidente e fa certamente pensare al ruolo di ospite – spesso ingrato – dell’uomo sul pianeta Terra: riusciremo ad affrancarci da un destino di rovina e a rendere la nostra esistenza ecosostenibile? O il catastrofico scenario di base presentato è, a lungo andare, inevitabile? Il messaggio finale è duplice: la natura vince sempre, ma l’uomo riuscirà ad adattarsi e a trovare nuovi orizzonti. E, un giorno, fare ammenda e riportare la natura al suo corso, comprendendo l’arroganza con cui per secoli e millenni si è posto al di sopra di tutto, invece che esserne semplicemente parte.
Terra Nil è uno dei giochi più catartici che potrete mai provare, ma a differenza di altri titoli che puntano comunque a creare un rilassante ambiente circostante in continuo arricchimento e che ci rispecchia nel nostro essere (un Animal Crossing, ad esempio), qui siamo di fronte a un mandala, creato per dare la vita, esprimere arte e poi essere distrutto.
Potete giocare Terra Nil sul vostro cellulare gratuitamente, se siete titolari di un abbonamento Netflix (nella consueta e sempre sottovalutata sezione Games) oppure su PC, tramite Steam: l’8% dei ricavati della versione desktop andrà all’Endangered Wildlife Trust.