Uno studio ha dimostrato che le piante producono suoni ad alta frequenza tra i 20 e i 100 kilohertz, troppo elevati per essere percepiti dall’orecchio umano, ma simili ai suoni prodotti dai chicchi di mais quando si prepara il popcorn. Questi suoni sono dovuti alla cavitazione delle bolle d’aria all’interno dello xilema delle piante, il tessuto vegetale che trasporta l’acqua e i nutrienti nella pianta. Si ritiene che la formazione di queste bolle aumenti durante i periodi di siccità, quando la pianta dispone di meno acqua, e quindi produca una maggiore quantità di suoni “pop”.

Il gruppo di ricerca ha utilizzato una scatola insonorizzata e microfoni molto sensibili per registrare i suoni delle piante e successivamente elaborarli in modo da renderli udibili all’orecchio umano. Successivamente, utilizzando algoritmi di apprendimento automatico, è stato possibile distinguere i suoni causati dalla mancanza d’acqua da quelli dovuti ad altre forme di stress con una precisione del 70%.

Questa scoperta potrebbe essere utile per migliorare le tecniche di coltivazione, rilevando precocemente eventuali problemi che possono influire sulla crescita delle piante. Il gruppo di ricerca ha già sperimentato il sistema in una serra, sviluppando un software in grado di isolare i suoni delle piante dagli altri rumori ambientali. Inoltre, nonostante le piante non producano suoni per comunicare tra loro, la presenza di questi suoni potrebbe influire sul comportamento di animali come pipistrelli, topi e falene, che sono in grado di captare queste frequenze sonore.