Un nuovo studio condotto dalla Washington University offre nuovi spunti di riflessione su come il cervello si impegna a fondo per elaborare e ricordare gli eventi quotidiani. Zachariah Reagh, professore assistente di scienze psicologiche e cerebrali presso l’Arts & Sciences della Washington University di St. Louis, e il coautore Charan Ranganath dell’Università della California, hanno utilizzato scanner per la risonanza magnetica funzionale per monitorare il cervello di soggetti che guardavano brevi video di scene che potevano provenire dalla vita reale. Si trattava di uomini e donne che lavoravano al computer in un bar o che facevano la spesa in un negozio di alimentari.
“Erano scene molto ordinarie”, ha detto Reagh. “Non c’erano inseguimenti di auto o altro”.
I soggetti della ricerca hanno poi descritto immediatamente le scene con tutti i dettagli possibili. I frammenti banali hanno portato a risultati intriganti, tra cui il fatto che diverse parti del cervello lavorano insieme per capire e ricordare una situazione. Le reti nella parte anteriore del lobo temporale, una regione del cervello nota da tempo per il suo ruolo importante nella memoria, si concentravano sul soggetto indipendentemente dall’ambiente circostante. Ma la rete mediale posteriore, che coinvolge il lobo parietale verso la parte posteriore del cervello, ha prestato maggiore attenzione all’ambiente. Queste reti hanno poi inviato informazioni all’ippocampo, ha spiegato Reagh, che ha combinato i segnali per creare una scena coesa. In precedenza, i ricercatori avevano utilizzato oggetti e scenari molto semplici, come l’immagine di una mela su una spiaggia, per studiare i diversi elementi costitutivi dei ricordi, ha spiegato Reagh. Alcuni soggetti sono riusciti a ricordare le scene del caffè e del negozio di alimentari in modo più completo e accurato di altri. Reagh e Ranganath hanno scoperto che i soggetti con i ricordi più nitidi usavano gli stessi schemi neurali per ricordare le scene che avevano usato durante la visione dei filmati.
A volte i ricordi non riflettono la realtà
Anche i ricordi che sembrano nitidi e vividi possono non riflettere la realtà. “Dico ai miei studenti che la memoria non è una videocamera. Non dà una rappresentazione perfetta di ciò che è accaduto. Il vostro cervello vi sta raccontando una storia”, ha detto Reagh il quale afferma che in futuro intende studiare l’attività cerebrale e la memoria delle persone che guardano storie più complesse. “Il laboratorio di narrazione si adatta perfettamente alle domande scientifiche che trovo più interessanti”, ha detto Reagh. “Voglio capire come il cervello crea e ricorda le narrazioni”.