Numerosi team di esperti scientifici hanno analizzato approfonditamente l’evoluzione e il genoma dell’Escherichia Coli, un organismo cellulare che talvolta può cooperare. Questa cooperazione è dovuta alla creazione di biofilm da parte di questi organismi per proteggersi dagli attacchi esterni. Un polimero di zucchero lega i batteri fra loro e si crea il biofilm. Il dottor Kyle Allison della Georgia Tech e della Emory University e co-autori hanno esaminato come si formano i biofilm, scoprendo qualcosa di nuovo.
I singoli Escherichia coli si univano in quattro strutture cellulari note come rosette, che a loro volta crescevano in catene parallele di larghezza costante. Dopo circa 10 generazioni di divisione cellulare, le catene si attaccarono alle superfici e smisero di crescere. Il team ha anche identificato il gene, Ag43, che rende possibile la formazione della rosetta. La squadra di studio ha anche dimostrato che le catene sono formate da cloni di un singolo batterio. Quando due catene di batteri diversi entrano in contatto, si mantengono individuali piuttosto che mescolarsi o scambiarsi.
Ancora però non si conosce quanto spesso Escherichia coli pratichi questa forma di multicellularità nel nostro intestino crasso o sulle piante. In futuro, si dovrà capire assolutamente come si formano i biofilm e il loro trattamento. I biofilm sono coinvolti in circa l’80% delle infezioni batteriche, molte delle quali specificamente causate da Escherichia coli.