Il Veneto affida ad un sistema di intelligenza artificiale il compito di stabilire i tempi d’attesa per le prestazioni mediche. Ad ogni paziente verrà assegnato un punteggio diverso, con livelli di urgenze differenti a seconda del loro quadro clinico.

Un compito che una volta aspettava al personale medico in carne ed ossa. Siamo sicuri che sia legale? I dubbi non mancano e, infatti, il Garante vuole vederci chiaro. La Regione dovrà fornire all’authority le informazioni necessarie a comprendere il funzionamento di questo sistema e, in particolare, dovrà fornire rassicurazioni sul rispetto del diritto alla privacy dei pazienti.

Il Garante per la protezione dei dati personali – apprendiamo da un comunicato pubblicato in queste ora – sta verificando la conformità alla normativa sulla privacy di una delibera della Regione Veneto, che prevede l’utilizzo di un sistema basato sull’intelligenza artificiale per stabilire i tempi di attesa per le prestazioni mediche prescritte, invece che lasciare questa decisione ai medici di medicina generale.

La Regione dovrà indicare la norma giuridica alla base del trattamento, la tipologia di algoritmo utilizzato, i data base e i tipi di informazioni e documenti clinici che verrebbero trattati

si legge sul sito del Garante.

Il Garante ha inviato una richiesta di informazioni alla Regione Veneto e ha chiesto di fornire dettagli sull’utilizzo di algoritmi, i dati trattati e le modalità di informazione dei pazienti coinvolti. La Regione Veneto ha 20 giorni per fornire queste informazioni.