Nel mondo ci sono sempre più farmaci difficili da trovare, a partire da quelli per curare l’influenza. Questo indica che qualcosa nell’aspetto strutturale dell’azienda farmaceutica non funziona. Secondo il bollettino dell’Aifa (Agenzia Italiana del farmaco) la carenza riguarderebbe 3mila medicine, per 554 il motivo sarebbe legato alla loro produzione o distribuzione. Nell’elenco sono presenti farmaci per il Covid e l’influenza, ma sono inclusi anche salvavita, antipiretici, antipertensivi e antitumorali.
I principi attivi impiegati nella produzione del maggior numero di farmaci venduti in Italia e in Europa provengono da Cina e India. Lo scoppio della pandemia ha bloccato tale meccanismo, ma in verità altre cause sono riconducibili alla debole struttura dell’azienda farmaceutica. Fra le motivazioni della carenza di farmaci c’è anche il ritiro di alcuni di essi per la contaminazione del principio base utilizzato.
Di fondo ci sono anche ragioni economiche a causa dei costi di produzione che nei paesi sopra citati sono inferiori a quelli europei. La dipendenza dell’industria farmaceutica da Cina e India è rappresentata anche dalle materie prime usate nel packaging, ovvero, nella confezione dei farmaci. Gran parte di queste confezioni arrivano dai paesi dell’est. Ora però la maggioranza dei materiali scarseggia a causa della guerra in Ucraina. Ad esempio, mancano l’alluminio, utilizzato per realizzare i blister delle pillole, la carta per le confezioni, o la silice, la componente base del vetro.