Il gaslighting è un fenomeno più frequente di quanto si crede. Esso determina nella vittima uno stato di confusione emotiva, preludio dell’adesione passiva alla volontà dell’induttore. In parole più semplici, si tratta della manipolazione psicologica maligna a cui possiamo essere sottoposti da un narcisista malintenzionato. Questo soggetto ci fa dubitare delle nostre percezioni ed emozioni, imponendo la sua volontà. 

 

Di per sé non può essere considerato un reato ma può essere collegato a reati quali maltrattamenti, stalking o truffe. Nel caso in cui tra “abusatore” e vittima vi sia a un’evidente asimmetria culturale o di salute mentale si può ravvisare il reato di circonvenzione di persona incapace ai sensi dell’art. 643 del codice penale, per infermità o deficienza psichica. Questo tipo di manipolazione psicologica è subdola, lenta e, nell’accezione tradizionale del termine, avviene in una relazione in cui si distingue il manipolatore e il manipolato. Quest’ultimo, dubitando delle proprie emozioni e convinzioni, arriverà ad aderire totalmente alla visione della realtà del manipolatore e sarà così in suo potere nella ricerca delle gratificazioni.

Enrico Zanalda, psichiatra e Presidente della Società Italiana di Psichiatria Forense

 

 

Tanti sono i campanelli d’allarme che ci avvertono di essere davanti a una persona che vuole manipolarci psicologicamente. Un esempio è il discredito dei nostri pensieri e delle nostre convinzioni, poi un isolamento che vieta altre relazioni tramite gelosia. Frequenti sono le truffe romantiche, in cui persone restano coinvolte in una relazione d’amore a distanza che diventa una continua richiesta di denaro. Il modo migliore è denunciare il manipolatore diffondendo l’esperienza negativa. 

Sempre meglio diffidare dalle relazioni che diventano totalizzanti velocemente. È preferibile mantenere la nostra individualità con una frequentazione graduale dell’altra persona. Il narcisista maligno però è abile nello scegliere le vittime, individuando le strategie per approfittarsene.