Nel 2022 i segnali d’allarme relativi all’inflazione sono stati preoccupanti. Sono state registrate forti variazioni dei prezzi dei beni di base, come cibo, carburante e beni di lusso. I salari come pure gli stanziamenti governativi non sono riusciti a tenere il passo con queste tasse in costante aumento e moltissimi lavoratori si sono ritrovati con un potere d’acquisto ridotto. Anche i consumatori hanno fatto notare che le riserve di danaro si stavano assottigliando a causa delle spese generalmente più alte. Per tentare di ritardare la crescita dell’inflazione, il governo ha introdotto misure draconiane come la congelazione della produzione della maggior parte della merce e l’imposizione di rigide restrizioni all’importazione da altri paesi.
Il prezzo dell’energia si è alzato vertiginosamente e molte aziende hanno dovuto chiudere per mancanza di risorse adeguate. Inoltre, le emissioni sono aumentate drasticamente a causa del ricorso all’utilizzo di combustibili fossili piuttosto che alle energie alternative come il solare o l’eolico. Sebbene la crisi energetica abbia messo in ginocchio un gran numero di famiglie ed imprese, abbiamo dimostrato che con volontà, determinazione e collaborazione possiamo fare la nostra parte per mitigarne gli effetti negativi sull’ambiente. Per il 2023, la popolazione spera in uno scenario migliore e in un maggiore potere economico del consumatore finale.