Il 2023 su Netflix è già cominciato in grande stile. Il 2022 si è chiuso con serie tv molto attese come The Witcher Blood Origin e Emily in Paris 3 e con l’atteso Rumore Bianco, film presentato in anteprima al festival del cinema di Venezia. Il 2023 non peta che aprirsi con altrettanti titoli interessanti. The Pale Blue Eye è la nuova pellicola di Scott Cooper con protagonisti Christian Bale e Lucy Boynton. Si tratta di un vero film giallo dalle tinte decisamente dark. Omicidi, passati dolorosi e futuri incerti: tutto questo è The Pale Blue Eye. Il lato mystery del film è prepotente, cupo e senza remore. Parte subito e non esita, lo sfondo storico del 1800 aiuta a rendere ancora più mistica e complessa la risoluzione del caso. I costumi e le ambientazioni sono studiate a pennello per rendere cupa e grida l’atmosfera. Christian Bale è l’assoluto protagonista del grottesco film, convince ma non sempre. A tratti pare eccessivo e decisamente sopra alla righe. Harry Melling sembra aver trovato la sua strada mediante ruoli in grado di sfruttare la sue doti espressive. Lucy Boynton sempre bravissima, anche se sacrificata nel ruolo della ragazza indifesa. La fotografia è meravigliosa. 

Come sempre, prima di dedicarmi alla recensione ed alla analisi di The Pale Blue Eye, ecco a voi il trailer del film firmato Netflix. 

The Pale Blue Eye: un giallo a tinte profondamente gotiche

Quando ho visto le prime immagini, i poster promozionali e il primissimo trailer di The Pale Blue Eye avevo intuito a pieno le atmosfere ma non avevo compreso il potenziale gotico della pellicola. L’atmosfera del film di Scott Cooper è tipica della Londra di Jack lo Squartatore, ma non ci troviamo a Londra. Uno o più assassini sono in circolazione e il macabro è il protagonista del caso. 

L’investigatore privato Augustus Landor (Christian Bale) è stanco, solo e profondamente tormentato dal suo triste passato. Quando uno strano caso bussa alla suo porta non esista a rispondere. Un cadetto di West Point è stato trovato in fin di vita, apparentemente si tratta di suicidio peccato che alla vittima manchi il cuore, letteralmente. Ufficiali e medico locale non sanno come procedere dopo i comuni e soliti operati iniziali, così viene chiamato in causa l’esperto detective Augustus Landor. Fin da subito Landor comprende la gravità dell’accaduto. Non si tratta di suicidio ma da omicidio a tinte macabre. L’occulto e il macabro sono i motori del brutale omicidio e la religione gioca un ruolo importante nella storia. Spetta a Landor ricostruire i fatti e risalire ai responsabili del misfatto. Grazie all’aiuto del bizzarro e poetico cadetto Edgar, che altro non è che Edgar Allan Poe, Landor riesce pian piano a ricostruire gli ultimi passi del defunto cadetto. Peccato che ad un primo omicidio se ne aggiunga un altro e poi un altro ancora. La lista dei sospettati cresce ma forse il detective ed il poeta riesco a respingere il campo. 

Come vi accennavo prima il lato mistico è molto improntate nel film. Se si trattasse di un semplice caso di omicidio fatto passare per suicidio la risoluzione avrebbe avuto tutto un altro focus. In The Pale Blue Eye il gotico è il vero protagonista del film. Il responsabile del  misfatto è qualcuno che ha uno scopo ben preciso, qualcuno che compie un preciso rituale e agisce in nome di un credo o di un obbiettivo più grande. Le vittime non hanno un legame personale con il carnefice, sono soltanto strumenti nelle sue mani. Non esistono ragioni personali che spingono l’omicida a scegliere una determinata vittima quanto più che altro questioni di priorità e di prontezza. Landor inizialmente non vede il quadro completo, ignora la questione delle sette religiose, del credo mistico e dello spiritismo. Solo grazie alla nuova amicizia con Allan Poe riesce a comprendere le commesse dinamiche gotiche dietro l’intricato caso. Il poeta non appartiene alla setta ma il suo animo triste e forgiato nel dolore lo ha spinto a documentarsi, ad informarsi e conosce i segreti che si celano dietro a gruppi di persone che agiscono in nome di uno scopo ritenuto da loro superiore. Edgar Allan Poe è un cadetto preciso, rispettoso e diligente ma viene escluso, emarginato per via della sua esile e debole stazza. Fisicamente è gracile, smilzo e viene considerato dagli altri come la persona più strana del reggimento. Non ha amici, nessuno in grado di comprenderlo o con cui confidarsi. Solo quando conosce Augustus Landor riesce a trovare un complice ed un confidente ingrandì di ascoltarlo senza arrivare a conclusioni affrettate. Edgar trova rifugio nel macabro, nell’occulto e nel cimitero riesce a trovare la pece che non trova altrove. Ritiene di potere comunicare con la madre defunta, abilità che ha sempre nascosto a tutti ma che decide di rivelare all’amico Augustus ed alla nuova conoscete Lea Marquis. Lea entra nella vita di Edgar come un fulmine a ciel sereno. Edgar resta fin da subito molto affascinato dalla bellezza della giovane, come dargli torto dato che il volto della ragazza è quello della stupenda Lucy Boynton. Il cadetto però non sceglie di approcciarsi alla fanciulla con fare da seduttore. È ben consapevole di non possedere particolari e lodevoli doti estetiche, così sfrutta l’intelletto e l’arguzia. Lea è la sorella di un cadetto del reggimento di Edgar perciò riesce a farsi inviare nella dimora di famiglia avendo quindi la scusa perfetta per conversare con Lea. La ragazza non è una fanciulla come tutte le altre, non cerca il principe azzurro bello e poco spigliato ma l’uomo d’intelletto pronto a sorprenderla. Non dovrete quindi stupirvi se trova subito in Allan Poe la figura che stava cercando. Primo appuntamento in cimitero: non vi sembra il luogo ideale per un primo incontro romantico? Come v dicevo il macabro affianca ogni scena del film ed è il fil rouge della storia. Peccato che Lea sia afflitta da un male che la costringe ad una vita di rinunce. 

La risoluzione del caso avviene in maniera graduale, brillante si ma estremamente graduale. Come vi accecano in precedenza la pellicola si sviscera nell’arco di oltre due ore e la trama è a tratti forse eccessivamente ripetitiva. Non aspettatevi una risoluzione immediata o indizi di rapida comprensione. In The Pale Blue Eye tutto è nascosto e verrà svelato solo nella vera conclusione. Se amate i gialli con una storia graduale ve lo consiglio, altrimenti potreste mettere in pausa il film dopo la prima ora. 

Gotico, macabro e grottesco: ecco The Pale Blue Eye

La trama penso di avervela illustrata nel dettaglio, passiamo ora a qualche considerazione strettamente personale. La pellicola dura oltre due ore, confesso che si sentono tutte. La storia è accattivante ma lenta. Il film ingrana a stento e la tematica macabra non aiuta di certo a coinvolgere fin da subito lo spettatore. La componente grottesca allontana e sospende l’incredulità dello spettatore. Il mistero intrattiene me stenta a decollare. Una pellicola dal grande potenziale non fruttato fino sino in fondo. L’atmosfera fredda, cupa e gotica sarebbe stata perfetta per il periodo di Halloween, meno adatta invece al giorno delle Befana. Non comprendo perché Netflix non sfrutti il potenziale di certi eventi e festività. Un film come The Pale Blue Eye sarebbe stata la pellicola di punta dell’autunno di Netflix, mentre collocato a gennaio trovare lo spazio che resta tra una storia natalizia e l’altra. 

Sicuramente un film come The Pale Blue Eye mancava da tempo sul piccolo e sul grande schermo. La pellicola di Scott Cooper avrebbe meritato la visione sul grande schermo dei cinema. La fotografia è meravigliosa e sarebbe stata degna di essere apprezzata in sala. Per vibes associo The Pale Blue Eye a Crimson Peak di Guillermo del Toro. I due film sono accomunati dall’animo dark e gotico. In entrambi fin da subito si percepisce che c’è dell’altro oltre a ciò che ci viene fin da subito mostrato. Ambizione e spiritismo non mancano. Sarà per i costumi, la fotografa e le atmosfere ma il racconto di del Toro e quello di Cooper sono molto affini. Senza ombra di dubbio la storia del regista premio Oscar risulta fin da subito più accattivante e movimentata. Mentre in The Pale Blue Eye la trama ingrana gradualmente e gli indizi sono minimi, in Crimson Peak fin dai minuti iniziali il film conquista ed intrattiene lo spettatore. Si il mistero verrà svelato solo alla fine ma il sospetto e la volontà di scoprire coinvolge fin da subito. In The Pale Blue Eye temo che la storia risulti troppo prolissa e densa di elementi forvianti che corrono il rischio di allontanare il pubblico di non appassionati. Per intendici meglio: un appassionato di gialli, di film horror o mystery e di pellicole in costume guarderà The Pale Blue Eye senza il minimo problema dall’inizio alla fine, non sono però altrettanto convinta che consiglierà la pellicola a qualche suo conoscente. Avrete quindi facilmente dedotto che il pubblico occasionale di Netflix, quello che acceda alla piattaforma senza sapere già cosa desidera guardare e quindi sfoglia per ore il catalogo difficilmente si approccerà al film. Se poi iniziamo a palare del tanto chiacchierato quanto infornate passa parola e alla potenza dei social, allora The Pale Blue Eye demo che avrà vita difficile. Spetterà ai fan del genere diffondere il verbo di The Pale Blue Eye affinché il film giunga a più persone possibili. Purtroppo Netflix stessa sta puntando decisamente poco sul film. Pubblicità completamente assente o quasi, social esclusi dal discorso. Forse avrà già compreso del futuro insuccesso tra il pubblico generalista dello show oppure evita gli sprechi? 

Per tirare le fila del discorso ci tengo a precisare che The Pale Blue Eye non è assolutamente un brutto film, tuttavia non è nemmeno così lodevole come avrebbe potuto essere. Troppo prolisso, troppo grottesco per risultare pienamente soddisfacente. Le atmosfere sono da brividi ma la storia non è altrettanto glaciale, non convince e non cattura al punto tale da poter dire dopo i primi 30 minuti: “voglio assolutamente scoprire come si conclude”.

Cast dai grandi nomi per un film che non convince a pieno

Il cast di The Pale Blue Eye, assieme alla fotografia di Masanobu Takayanagi, sono il vero fiore all’occhiello del film. Gradi nomi, nomi noti al pubblico di nicchia e non solo, volti celebri anche ai bambini sono i protagonisti di del nuovo film Netflix di Scott Cooper. Il protagonista è interpretato da Christian Bale, un non tanto fortunato Christian Bale. Ultimamente l’attore preso parte soltanto a pellicole aspramente criticate da pubblico e critica. L’ultimissimo Amsterdam di David O. Russell è stato un vero flop al botteghino. Disprezzato dalla critica d’oltreoceano e non troppo amato da quella nostrana Amsterdam è stato un vero insuccesso ed il povero Bale non ha di certo brillato nel film. Il personaggio, come quello di The Pale Blue Eye, risulta oltremodo grottesco e sopra le righe. Forse la linea comica è la nuova direzione dell’ex Batman? A quanto pare non sembrerebbe essere la scelta migliore… In Thor Love and Thunder Bale presta le sembianze al villain della storia, un uomo dal passato difficile che trova nella vendetta l’unico motivo per continuare a vivere. Come in The Pale Blue Eye anche Gorr ha perso la figlia, purtroppo il personaggio Marvel si lascia consumare dal dolore e cede all’oscurità. Nel film Netflix la perdita della figlia del protagonista lo tormenta per tutta la durata della pellicola. La giovane ragazza è come un fantasma nella vita di Augustus Landor: una presenza fissa anche se rarefatta. Landor sa che non è reale ma la sua figura lo tormenta e ricordi affiorano nei momenti più impensabili. Il rapporto padre figlia come nel quarto capitolo di Thor è molto rilevante per la trama del film ed è decisivo per la storia del personaggio di Bale. Un Christian Bale che sceglie anche questa volta un’interpretazione sopra le righe, al limite del grottesco. Scelta saggia? Io non credo, almeno per quanto mi riguarda risulta oltremodo artefatta e costruita. Più volte il personaggio del detective ai miei occhi ha perso concretezza. 

Meritano di essere menzionati anche Timothy Spall (Harry Potter) nel ruolo del Sovrintendente Thayer, Toby Jones in quello del dottor e Gillian Anderson nei panni della moglie di quest’ultimo. Hanno tutti ruoli ridotti ma non appena appaiono a schermo sappiamo bene chi troviamo di fronte e le loro interpretazioni sono all’altezza dei nomi che portano e della fama che li precede. Lodevole è stato il lavoro di Harry Melling nei panni di Edgar Allan Poe. L’attore noto a tutti per aver interpretato il cucino di Harry Potter nella saga cinematografica si sta costruendo una carriera di tutto rispetto grazie a ruoli bizzarri, complessi e tridimensionali. Harry Melling ha un volto spigoloso e una corporatura gracile che pone al servizio di ruoli alternano particolari. La scelta di ogni ruolo è puntale e peculiare. Melling non interpretata mai personaggi protagonisti assoluti ma secondari che però restano impressi nella mente dello spettatore. Il merito di tutto ciò va all’interpretazione sottile e precisa dell’attore inglese. Nulla da dire a Lucy Boynton, sempre bravissima, anche se sacrificata nel ruolo della ragazza indifesa. 

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The Pale Blue Eye
Recensione di Chiara Giovannini

Omicidi, passati dolorosi e futuri incerti: tutto questo è The Pale Blue Eye. Il lato mystery del film è prepotente, cupo e senza remore. Parte subito e non esita, lo sfondo storico del 1800 aiuta a rendere ancora più mistica e complessa la risoluzione del caso. I costumi e le ambientazioni sono studiate a pennello per rendere cupa e grida l’atmosfera. Christian Bale è l’assoluto protagonista del grottesco film, convince ma non sempre. A tratti pare eccessivo e decisamente sopra alla righe. Harry Melling sembra aver trovato la sua strada mediante ruoli in grado di sfruttare le sue doti espressive. Lucy Boynton sempre bravissima, anche se sacrificata nel ruolo della ragazza indifesa. La fotografia è meravigliosa. 

ME GUSTA
  • Fotografia magnifica
  • Vibes gotiche e da brividi come un ottimo film mystery deve avere
FAIL
  • A tratti eccessivamente grottesco
  • La trama impiega troppo tempo ad entrare nel vivo della storia
  • Le due ore e oltre 20 minuti sono eccessive