I big del tech si coalizzano tutti contro Google. Il campo da gioco è quello delle mappe virtuali, cioè dove Mountain View primeggia in modo quasi contrastato (perfino Apple, in tutti questi anni, ha fatto fatica a colmare il gap).

La Overture Maps Foundation vede la partecipazione di Linux Foundation (che ha ideato l’iniziativa), Amazon Web Services, Meta, Microsoft e TomTom, tutti impegnati a contribuisce allo sviluppo di prodotti e servizi cartografici contraddistinti da interoperabilità e apertura del software e dei dati.

L’ambiente fisico cambia nel tempo, così come le comunità che lo abitano. Per questo mapparlo è una sfida complessa, che nessuna organizzazione può gestire da sola. L’industria deve comunque unirsi per farlo in sinergia, con uno sforzo da cui potranno trarne tutti beneficio

si legge in una nota. Open software e open data, si diceva. Dunque, i frutti di questa alleanza potranno essere utilizzati anche dagli sviluppatori più piccoli e dalle istituzioni (anche se non si sa ancora a che condizioni).

L’importanza della cartografia  digitale non ha risvolti solo per i navigatori che utilizziamo ogni giorno sui nostri smartphone, ma anche per le auto a guida autonoma di domani e perfino la realtà aumentata, specifica per bocca del direttore Jan Erik Solem Meta, cioè l’azienda che più di tutte sta investendo in realtà e mondi virtuali: «le esperienze immersive sono il futuro di internet, avendo dati cartografici aperti e interoperabili possiamo porre le fondamenta del metaverso aperto e dunque costruito da tutti gli sviluppatori, le aziende e i creatori».