Boom di contagi per l’influenza stagionale e il virus respiratorio sinciziale che sta registrando picchi da record fra più piccoli.

 

La Fever phobia pesa, e spinge il genitore a correre in pronto soccorso quando il termometro sale molto. Ma ci sono casi in cui è importante farlo e casi in cui l’ideale sarebbe rivolgersi al proprio pediatra. Perché in pronto soccorso inevitabilmente, in questi giorni intensi in cui sono veramente tanti i bambini con sintomi, si formano lunghe code.

Elena Bozzola, segretario e consigliere nazionale della Società italiana di pediatria (Sip)

 

 

I sintomi influenzali sono febbre alta, superiore a 38 gradi, arrivando anche 39-40 e spaventa molto i genitori. Si aggiungono tosse fastidiosa, che può durare da pochissimi giorni ma anche due o più settimane. Ci si deve allarmare quando il bambino sotto i 3 mesi di vita ha febbre con difficoltà respiratorie e un alitamento delle pinne nasali. 

Tutto è accompagnato dalla tachicardia, quando il cuore batte più forte per pompare più ossigeno, insieme a respiro veloce, “fossettina del collo” e inappetenza. Anche l’alimentazione è da tenere sotto controllo, il bambino deve alimentarsi in modo regolare. Se il piccolo ha 40 di febbre, meglio portarlo al pronto soccorso. Anche lì però in attesa, potrebbe prendere altri virus. 

La prima regola è vaccinarsi, una prevenzione ideale. Evitare visite da parenti e conoscenti che hanno sintomi influenzali, pericolosi per un neonato. Un altro consiglio è disinfettare bene le superfici. Ulteriore precauzione è non portare i bebè in centri commerciali o a feste di compleanno di bimbi più grandi, quindi in posti affollati. Ultima regola utile: evitare il fumo passivo: chi ha fumato mezz’ora prima e poi prende il braccio il bimbo con residui di fumo addosso.