I meteoriti trovati sulla Terra consentono agli scienziati di accedere a campioni che rappresentano i primi momenti di vita del sistema solare. Tuttavia, il ritorno sulla Terra nel dicembre 2020 della missione Hayabusa2, operata dall’agenzia spaziale giapponese JAXA e che ha riportato 5 grammi di frammenti dall’asteroide Ryugu, segna un importante passo avanti offrendo la possibilità di analizzare campioni non alterati dal loro arrivo e permanenza sulla Terra. Le prime analisi, condotte da un team internazionale che comprende ricercatori dell’Institut de physique du globe de Paris (IPGP), dell’Université Paris Cité e del CNRS (Centre national de la recherche scientifique), hanno dimostrato che la composizione dell’asteroide Ryugu è vicina a quella delle condriti carbonacee (CI) di tipo Ivuna – i meteoriti chimicamente più primitivi e considerati quelli con la composizione più vicina al Sole.
In uno studio pubblicato il 12 dicembre 2022 sulla rivista Nature Astronomy e guidato da Marine Paquet e Frédéric Moynier, cosmochemici dell’IPGP, il grupo di ricerca ha dimostrato che i rapporti isotopici di rame e zinco nei campioni di Ryugu erano identici a quelli delle condriti CI ma diversi da tutti gli altri tipi di meteoriti. Confermando finalmente la somiglianza tra Ryugu e le condriti CI, questo studio stabilisce che questi campioni primitivi provenienti da Ryugu rappresentano la migliore stima della composizione solare per rame e zinco.
Infine, la composizione isotopica dello zinco di Ryugu può essere utilizzata anche per studiare la storia di elementi moderatamente volatili sulla Terra, essenziali per lo sviluppo dell’abitabilità planetaria. Lo studio dimostra inoltre che il contributo di materiale simile a Ryugu rappresenta circa il 5% della massa terrestre.