Sam Bankman-Fried dovrà testimoniare davanti al Congresso degli Stati Uniti d’America. L’ex miliardario caduto in disgrazia dovrà spiegare ai legislatori americani le cause che hanno portato alla disastrosa bancarotta di FTX, cioè quello che fino a poche settimane fa era il secondo più grande exchange di criptovalute al mondo.
Dopo il crollo di FTX, SBF si è dimostrato stranamente loquace: i clienti del suo exchange lo accusano di frode, eppure (contro il parere dei suoi avvocati) ha scelto di rilasciare un gran numero di interviste. Durante una recente ospitata (per quanto virtuale) al DealBooks del New York Times, l’ex miliardario ha spiegato di aver perso praticamente tutto e di essere rimasto con una sola carta di credito con circa 100.000$. Ad inizio di novembre Forbes gli attribuiva un patrimonio di oltre 17 miliardi di dollari.
Tra le altre cose, Bankman-Fried è accusato di aver fatto installare una backdoor all’interno dei sistemi informatici dell’exchange, in modo da poter truccare i conti in caso di un controllo da parte delle autorità. Inoltre, è anche sospettato di aver sottratto parte dei fondi in criptovalute dell’exchange. Accuse che lui ha smentito prontamente e che peraltro – al momento – non arrivano dalle autorità, ma dalla comunità di blogger e youtuber che si occupano di denunciare le ‘malefatte’ all’interno dell’industria delle criptovalute.
Secondo un articolo di WSJ uscito a fine novembre, FTX dovrebbe almeno 3 miliardi di dollari a circa 50 creditori diversi. È già stata presentata una class action nel tentativo di recuperare il recuperabile: molto poco, pare. John Ray, il nuovo CEO di FTX incaricato di raccogliere i cocci lasciati dalla banda di SBF, sostiene di essere riuscito ad identificare soltanto una frazione infinitesimale degli asset formalmente dichiarati dall’exchange. “Non credo che questa situazione abbia precedenti nella storia delle imprese americane”, ha aggiunto.
L’audizione davanti al Congresso è fissata per il 13 dicembre, ma non è detto che Bankman-Fried decida di presentarsi effettivamente. Nel frattempo la politica americana ha già messo nel mirino il crack di FTX: la questione è già stata oggetto di diverse interrogazioni, oltre che di una riunione tenuta la scorsa settimana.
E nel frattempo gli insider tremano. Il crack di FTX è la pistola fumante a lungo richiesta dai detrattori delle criptovalute: è la prova che il settore è immaturo, corrotto e incapace di auto-regolarsi. Insomma, tutto questo potrebbe essere il pretesto per intervenire con nuove regolamentazioni estremamente stringenti.
Nel frattempo il caso di FTX e SBF ha già conquistato Hollywood, generando una corsa tra case di produzione per aggiudicarsi i diritti sulla storia del nerd appena trentenne che è diventato re delle criptovalute per poi perdere (e far perdere agli altri) tutto.