Al grido di “Vox Populi, Vox Dei“, Elon Musk si rivolge nuovamente al popolo di Twitter: “volete voi che tutti gli account bannati – con l’eccezione di criminali e spammatori seriali – vengano reintegrati nel socia?”. La formula è la stessa sperimentata con Donald Trump, recentemente sbannato dopo un sondaggio che ha visto la maggioranza degli utenti votare per farlo tornare sul social network.
Anche in questo caso, gli utenti hanno 24 ore per votare il sondaggio. Senza grosse sorprese, per il momento i favorevoli all’amnistia generale sono in netta maggioranza (72,3% contro 23,7%). Oltre a Donald Trump, nei giorni scorsi Twitter ha sbannato gli account di un gran numero di altre ‘vittime’ di deplatforming, inclusi il controverso divulgatore Jordan Peterson e Kanye West.
Inutile dire che si tratta di una decisione che potrebbe avere conseguenze estremamente serie e che peraltro potrebbe causare una nuova fuga degli inserzionisti.
Come era successo all’epoca del referendum che ha portato alla reintegrazione di Trump, anche in questo caso non mancano i dubbi e le perplessità sull’opportunità di utilizzare un sondaggio del genere per prendere una decisione così delicata. I sondaggi online non hanno alcun valore statistico e possono facilmente venire manipolati, ad esempio votando con centinaia di account fake, oppure utilizzando facendo votare account bot.
Should Twitter offer a general amnesty to suspended accounts, provided that they have not broken the law or engaged in egregious spam?
— Elon Musk (@elonmusk) November 23, 2022
La libertà di parola secondo Elon Musk, ecco come cambierà Twitter
Elon Musk recentemente ha dato maggiori informazioni su quella che è la sua interpretazione della libertà di parola, spiegando di voler lavorare ad un sistema in grado di azzerare la visibilità dei tweet che contengono hate speech. In sostanza, Musk vorrebbe colpire i post in sé, e non gli autori dei tweet, che un domani non verranno bannati per il semplice fatto di aver condiviso delle opinioni estreme o offensive.
Un sistema del genere, ad ogni modo, richiederebbe comunque che i tweet offensivi vengano sottoposti alla revisione di un team di moderatori. Twitter ha recentemente licenziato oltre il 50% dei suoi lavoratori dipendenti e l’80% dei suoi contractor freelance, indebolendo l’attività di moderazione del sito.
My firstborn child died in my arms. I felt his last heartbeat.
I have no mercy for anyone who would use the deaths of children for gain, politics or fame.
— Elon Musk (@elonmusk) November 21, 2022
Free speech per tutti? Non proprio, ci sono delle eccezioni. Ad esempio, Elon Musk ha già promesso che il complottista Alex Jones non potrà mai far ritorno su Twitter. “Non ho nessuna pietà per chi usa la vita dei bambini per ottenere fama e soldi”, ha detto recentemente. Alex Jones è stato recentemente condannato a pagare un risarcimento a 9 zeri, dopo che aveva sostenuto che la strage di Sandy Hooks fosse stata inscenata dai servizi segreti americani per indebolire il secondo emendamento.
Donald Trump è tornato su Twitter, eppure deve ancora pubblicare un singolo tweet. Ecco perché non ha nessuna intenzione di farlo: