Uno studio pubblicato su Nature e realizzato dagli scienziati dell’Università di Tokyo che, dopo 7 anni, riesce a restituirci importanti evidenze. Ciò che è stato pubblicato, in realtà, è un nuovo metodo per esaminare la composizione gassosa del magma e il rapporto tra gli atomi di specifici dei suoi gas. Precisamente, il metodo prevede le osservazioni nelle variazioni nel rapporto tra argon-40 ed elio-3.
Il professor Hirochika Sumino del Research Center for Advanced Science and Technology e coautore dello studio ha spiegato in un comunicato stampa: “Sapevamo che il rapporto isotopico dell’elio cambia occasionalmente da un valore basso, simile a quello dell’elio trovato nella crosta terrestre, a un valore alto, come quello del mantello terrestre, quando l’attività del magma aumenta“.
Per ottenere ulteriori informazioni, Sumino e i suoi hanno monitorato i gas di sei fumarole intorno al vulcano attivo Kusatsu-Shirane, circa a 150 chilometri a nord-ovest di Tokyo. I ricercatori hanno raccolto campioni di gas per sette anni tra il 2014 e il 2021. Una volta in laboratorio, li hanno analizzati utilizzando lo spettrometro di massa per gas nobili. Ciò ha permesso di misurare con precisione le composizioni isotopiche, come quelle dell’elio-3.
Il ricercatore sostiene che la quantità di gas presente sotto il vulcano è ciò che genera l ‘eruzione freatica che è il nome dato al fenomeno dell’aumento della pressione dell’acqua del sistema idrico di un vulcano, ovvero ciò che scatena un’eruzione.
Il nuovo obiettivo di Sumino è quello di poter utilizzare uno spettometro “da campo”, in modo da eseguire la stessa analisi sui gas, ma in tempo reale e sul campo. “Vogliamo essere in grado di rilevare i cambiamenti nell’attività del magma il prima possibile”, ha detto Sumino. “Ora stiamo sviluppando uno spettrometro di massa portatile per il monitoraggio in loco e in tempo reale dei rapporti isotopici dei gas nobili nei gas fumarolici. Il nostro prossimo passo è stabilire un protocollo di analisi dei gas nobili con questo nuovo strumento, per far sì che tutti i vulcani attivi – almeno quelli che hanno il potenziale di causare disastri ai residenti locali – siano monitorati 24 ore al giorno, sette giorni su sette”.