Con un avvicinamento graduale tra due buchi neri non c’è stata nessuna danza a spirale, ma uno scontro diretto e immediato. Questo sembra essere il fenomeno che ha causato dei segnali anomali di onde gravitazionali catturati fino a ora da dei rivelatori e che non avevano ancora una spiegazione.
Il risultato, dovuto alla collaborazione fra la sezione dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) presso l’Università di Torino e l’Università Friedrich Schiller (Fsu) di Jena, è stato pubblicato su Nature Astronomy e, se confermato, potrebbe fornire un nuovo strumento utile a interpretare i segnali gravitazionali, incrementando, così, la comprensione delle configurazioni che caratterizzano i sistemi binari di buchi neri.
Questi nuovi tipi di collisioni sono stati individuati tramite simulazioni al computer. Il modello ottenuto ha dimostrato l’esistenza di sistemi composti da due buchi neri con orbite allungate che danno origine a collisioni rapide e puntuali. Queste sono in linea con gli eventi anomali osservati dai rivelatori di onde gravitazionali dell’interferometro americano Ligo e dall’europeo Virgo, che si trova in Italia e che fa capo all’Osservatorio Gravitazionale Europeo (Ego) fondato da Infn e Consiglio nazionale delle ricerche francese (Cnrs).
L’analisi di un particolare segnale registrato il 21 maggio 2019 dalle collaborazioni Ligo e Virgo ha fatto emergere delle differenze rispetto ai dati su cui siamo abituati a confrontarci. La forma e la brevità – meno di un decimo di secondo – del segnale associato all’evento, inducono infatti a ipotizzare una fusione istantanea tra due buchi, avvenuta in mancanza di una fase di spiraleggiamento.
Alessandro Nagar, della sezione Infn di Torino.