Aumento di affitti, costi alle stelle di bollette e trasporti con scarse borse di studio e la mancanza di posti letto negli alloggi universitari. A risentirne sono soprattutto i fuori sede. Nel 2021-2022 il sistema delle università italiane ha registrato un calo delle immatricolazioni del 3%. Sono 100mila studenti in meno iscritti fuori sede. I soldi per mantenere i figli agli studi sono sempre meno. Famiglie costrette a forti rinunce o studenti che superano i test di ammissione, ma poi non concludono l’iscrizione a causa di alloggi a prezzi stellari. Non solo classi più povere, ma anche medie, mono e bireddito.
Ci sono anche studenti che si adattano a vivere in alloggi di fortuna e si impegnano con lavori part-time. Secondo dati aggiornati all’estate 2022, la media nazionale per una camera singola è di 439 euro con una crescita dell’11% rispetto al 2021. Gli affitti sono diventati insostenibili.
A Milano il prezzo di una stanza è di 620 euro +20,1% rispetto al 2021. A Roma è di 465 euro +9,3% rispetto al 2021. Situazioni simili anche a Bologna, Firenze e Padova. Studenti che si adattano per spendere meno a pochi metri quadrati da dividere con più persone. Gli studenti devono poter essere liberi di studiare anche lontano da casa. Ecco che potranno dare un contributo i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Mario Draghi ha previsto un investimento di 950 milioni di euro per manutenzione e ristrutturazione di nuove residenze per studenti d’ateneo. Al 2026 si arriverà a 100mila posti alloggio in più. Servono però 7 milioni di euro per una completa copertura pubblica. “Le risorse destinate dal Pnrr, nonostante rappresentino il più ingente investimento in diritto allo studio degli ultimi trent’anni, non vanno a coprire gli svariati tagli di cui è stato vittima il sistema”, ha detto Diego Vollaro, dell’esecutivo nazionale Unione degli Universitari (Udu).
- Allarme università, perché anche gli studenti sono a rischio (quifinanza.it)