Al lavoro la disponibilità paga più dell’egoismo, lo dice l’Università della California a Berkeley. Alcune persone hanno partecipato a un test di personalità al loro ingresso al lavoro. Poi sono stati richiamati 14 anni dopo per sapere quale posizione ricoprissero. Gli studiosi li hanno interrogati su come avessero raggiunto i loro obiettivi a livello professionale. Inoltre, anche sui comportamenti avuti, ad esempio sul loro altruismo o altrimenti su atteggiamenti dominanti negativi.
Perfino i loro colleghi sono stati intervistati per sapere come si ponevano sul lavoro. Insomma, alla fine le persone manipolatrici e violente verbalmente non avevano raggiunto risultati ambiti, mentre chi è era gentile, sincero e generoso, sì. Gli egoisti hanno relazioni sociali più povere e annientano il vantaggio del loro agire senza scrupoli.
Un’altra università americana, quella del Colorado, ha trovato due caratteristiche perfette per una carriera. Chi è emotivamente stabile e al contempo coscienzioso ha un reddito più alto. Queste persone hanno anche una maggior soddisfazione sul lavoro. Le qualità che rendono bene sono affidabilità, efficacia di comunicazione, flessibilità e capacità di rendere bene anche sotto pressione o sotto stress.
La velocità di adattamento e di soluzione dei problemi sono importanti, ma anche l’attitudine a guidare e motivare positivamente gli altri. Se si dice sempre di sì non serve, porta risultati negativi. Le imprese necessitano di persone autonome che si esprimono anche in caso di disaccordo per il bene organizzativo. Essenziale è saper decidere e prendere l’iniziativa con l’assunzione della dovuta responsabilità, solo così potremo aspirare a posizioni di leadership.