Il Politecnico di Milano ha presentato il margine di risparmio significativo che si potrebbe avere promuovendo lo smart working. Un beneficio su dipendenti, aziende e anche per l’ambiente. Durante la pandemia lo smart working ha dimostrato di dare un buon equilibrio tra vita privata e professionale.
Inoltre, potrebbe essere efficace per risparmiare energia e tutelare l’ambiente. Prevede una riduzione dei costi per lavoratori e aziende. Pare che un dipendente che svolge smart working due giorni alla settimana, alla fine risparmi sul caro bollette e sui costi di trasporto. Anche l’azienda risparmierebbe facendo lavorare i suoi dipendenti da remoto per due giorni alla settimana.
Si tocca anche l’argomento dell’inquinamento atmosferico. In Italia lo smart working potrebbe ridurre le emissioni di CO2 di 1.500.000 tonnellate. Dalla ricerca dicono:
Considerando il numero degli attuali dipendenti impegnati da remoto pari a 3.570.000, l’impatto a livello di sistema Paese calcolato sarebbe pari a 1.500.000 tonnellate annue di CO2. Tale quantità è pari a quella assorbita da una superficie boschiva di estensione pari a circa otto volte quella del comune di Milano.
Serve quindi un rilancio dello smart working e non accantonarlo alla fine dell’emergenza sanitaria. In fondo, la pandemia ci ha fatto scoprire un metodo lavorativo che riesce a fare da ponte tra sfera privata e lavoro nel nostro quotidiano.