La sonda DART lo scorso 27 settembre si è schiantata contro l’asteroide Dimorphos, orbitante attorno a Didymos, un asteroide più grande, allo scopo di testare una strategia difensiva del nostro pianeta allo scopo di evitare che qualcuno di questi corpi celesti possa minacciare la Terra.

Dopo l’impatto è stata osservata una coda di polvere generatasi dall’asteroide. Quello che ha lasciato sorpresi gli scienziati è che in seguito se ne è generata una seconda inattesa. Questa è stata documentata dalle immagini riprese dal telescopio Hubble di Nasa e Agenzia spaziale europea (Esa).

Questa seconda coda, sulla base delle osservazioni fatte dal telescopio nelle settimane successive all’impatto, si sarebbe formata tra il 2 e l’8 ottobre. Pur essendo un fenomeno comune tra le comete e gli asteroidi attivi, gli scienziati non si aspettavano un secondo evento. Viceversa, ci si aspettava che la prima nube evolvesse. Questa infatti si è espansa e ha perso luminosità.

Gli ultimi dati ottenuti hanno mostrato che l’orbita di Dimorphos intorno a Didymos, inizialmente completata in 11 ore e 55 minuti, si è ridotta di circa 32 minuti. Nei prossimi mesi si continueranno a studiare i dati di Hubble per capire come si sia generata la seconda coda.