È stata presa la decisione di fermare la pesca del granchio reale rosso nella baia di Bristol per il secondo anno consecutivo. Poi è stato inoltrato il divieto di pescare il granchio delle nevi nel mare di Bering per la prima volta. L’Alaska si è vista costretta a frenare entrambe le pesche e quindi un business di 200 milioni di dollari.

La popolazione di granchi è diminuita davvero tanto in Alaska e quindi lo stop alla pesca si spera che possa fermare la sua estinzione. La sua scomparsa dai mari dell’Alaska sembra sia dovuta al surriscaldamento globale che ha portato i granchi a perdere il loro habitat. Quest’ultimo è una piccola piscina formata dallo scioglimento dei ghiacciai della temperatura di non oltre due gradi.

 

I granchi giovani vivono nelle acque più fredde man mano che maturano, migrano in habitat leggermente più caldi. Il granchio maschio che può essere pescato è stato storicamente associato alla “piscina fredda”, ma tra il 2017 e il 2019 si è registrato un riscaldamento senza precedenti nel Mare di Bering, e l’estensione del ghiaccio marino è stata la più bassa mai registrata nel 2017-2018. Nel 2018, per la prima volta, la piscina fredda era praticamente inesistente. I cambiamenti che stiamo vedendo sono preoccupanti per le specie artiche come il granchio delle nevi. Le temperature adatte a loro potrebbero iniziare a scomparire, e ci sono due possibili modi in cui il granchio delle nevi potrebbe rispondere: acclimatarsi o muoversi.

Erin Fedewa, biologa del Nooa presso l’Alaska Fisheries Science Center

 

 

Da tutto ciò quindi è stata presa la decisione di fermare la pesca del granchio e di poter far recuperare questa specie così rara. La pesca del granchio dell’Alaska è veramente storica e da questa dipendono pescatori e comunità e una grandissima fonte economica per lo Stato.