Un terzo delle imprese italiane è a rischio di gravi perdite economiche a causa di fenomeni naturali. Uno studio recente ha affermato che tali rischi siano riconducibili al cambiamento climatico. Lo studio è stato condotto per le compagnie assicurative dalle società CRIF e RED, specializzate nella valutazione di rischi indotti dal clima.
I fenomeni naturali hanno un indice di pericolosità che incombe su tutto il territorio nazionale. Ad esempio il rischio frane colpisce le aziende in zone montuose. Le zone costiere sono più esposte a inondazioni per piogge torrenziali. Altre zone invece sono più influenzabili da forti nevicate e grosse grandini.
In Italia non si ha ancora presente il vero impatto degli eventi climatici sull’economia. Ecco che per far capire la realtà del problema lo studio di CRIF e RED ha focalizzato l’attenzione sull’innalzamento delle temperature. Un esempio sono le ondate di calore dal 2040 al 2049. Si deduce che le province italiane più esposte al repentino innalzamento saranno quelle del Sud e della valle del Po.
Il fenomeno colpirà maggiormente agricoltura, commercio e logistica. I servizi invece saranno quelli meno a rischio. Il 25% delle imprese verrà comunque colpito, il 7% di quelle su territorio nazionale subirà perdite (con un picco al Sud Italia del 55%). Lo studio ha quantificato anche le perdite medie annue derivanti dagli impatti dei rischi fisici. Sono pari a 0,65% del fatturato attuale aziendale. Un dato che diventerà preoccupante entro il 2050.