Una grande ricerca ha coinvolto più di 1.400 organizzazioni e oltre 100 specialisti in tutto il pianeta. Uno studio che unisce esperti mondiali della biodiversità dando vita a programmi di conservazione. Il team dei ricercatori della University of New South Wales, in Australia, ha creato la prima classificazione completa degli ecosistemi del mondo. Il 10% degli ecosistemi al mondo sono stati creati dagli uomini artificialmente.

A subire gli aspetti negativi sono gli animali che perdono i loro habitat e così devono trovare nuovi rifugi oppure rischiare di estinguersi per sempre. Così per riuscire a creare soluzioni positive bisogna studiare approfonditamente l’interconnessione complessa degli ecosistemi. Inoltre, capire quanto li abbiamo danneggiati. Ad esempio gli ecosistemi come foreste tropicali, enormi fiumi e barriere coralline sono noti, ma altri non lo sono. Questi ultimi: montagne sottomarine, laghi sotto calotte glaciali ed ecosistemi sotto le rocce.

La nuova classificazione completa di ecosistemi mondiali ha la caratteristica di avere una gerarchia a sei livelli. Il livello superiore divide il pianeta in 5 regni con ecosistemi di terra, acqua dolce, acqua di mare, sotterranei e atmosferici. Il secondo e il terzo livello hanno 25 biomi e 110 gruppi funzionali d’ecosistema. Essi garantiranno agli esperti validi spunti per i futuri progetti di gestione e conservazione.

I livelli inferiori della gerarchia si basano sull’integrazione delle classificazioni nazionali esistenti. Esse faranno da supporto a studi regionali e osservazioni scientifiche importanti anche per la sostenibilità ambientale. Ecco che è fondamentale stabilire mappe mondiali di controllo delle specie in pericolo. Un traguardo che l’umanità dovrà attuare in maniera collettiva.