Il Rapporto Coop 2022 ha raccolto le reazioni degli italiani su temi attuali e in un’ottica futura, fra post pandemia e una guerra in Europa. Ciò di fronte a un mondo sempre più in crisi su numerosi fronti. Rapporto Coop è il portale di ricerca e analisi sul quotidiano svolto da Ufficio Studi Coop. Esso fornisce le impressioni e i sentimenti degli italiani verso il futuro, ormai così complicato. Le previsioni del Pil per l’Italia non sono positive. Si parla di +3,2% per il 2022 e di +1,3% per il 2023. Si registra un impoverimento generico. Il potere d’acquisto degli italiani è diminuito in media di 2.300 euro.
Non basta avere un impiego per avere una vita dignitosa, un italiano su quattro è largamente al di sotto del salario minimo. Il 28% degli impiegati guadagna meno di 9 euro lordi all’ora. Ben 23 italiani su 100 non arrivano a 800 euro e 900mila persone non raggiungono mille euro con il loro reddito di lavoro dipendente. Ci sono 3,2 milioni di persone che lavorano in nero, 4,2 milioni sono part-time e 3,1 milioni a contratto a termine. L’inflazione attualmente sfiora l’8% e potrebbe aumentare, così siamo forse di fronte alla nascita dei Working poor, una nuova classe di lavoratori.
Gli italiani si informano in gran parte sui social. La vera novità è il loro interesse a mettere al primo posto l’ambiente e la crisi climatica. Il merito che va all’Italia è quello del risparmio e dell’emergency plan delle famiglie che prevede il taglio delle spese su tre fronti. Il primo è la riduzione sprechi e superfluo, poi la rinuncia di cosa non ci si può permettere. Infine, il rinvio di spese programmate da rimandare più avanti. Inoltre, gli italiani con il post Covid cominciano a diminuire i consumi in fatto di cibo, ma non accettano di ridurre la qualità.
Le famiglie italiane affrontano il futuro con concretezza. E il cibo in questo gioca un ruolo principale. Uno dei lasciti positivi della pandemia è l’attitudine al cibo molto diversa dal passato, non è più considerato una merce, ma un bene: la pandemia ha fatto capire a tutti noi come il cibo di qualità sia sinonimo di salute e di benessere anche in termini di quello che sta fuori del nostro corpo, ovvero l’ambiente. Gli eventi climatici estremi a cui stiamo assistendo hanno rilasciato agli italiani questa consapevolezza importante riguardo alla salute del pianeta. Noi di Coop rinnoviamo quindi l’impegno a mettere a disposizione delle famiglie un cibo che sia sicuro, ma che sia anche sostenibile per cogliere questa doppia sfida: da una parte i redditi che si abbassano e quindi la necessità di generare dei prezzi accessibili e al tempo stesso la necessità anche attraverso il cibo di costruire in positivo il futuro dal punto di vista della tutela ambientale. C’è almeno un 6 per cento di italiani che dichiara di fare scelte alimentari in base all’impatto che queste hanno sull’ambiente, un altro punto di attenzione è la ricerca di prodotti locali, ovvero prodotti che incidono meno sui trasporti e su tutta la catena del freddo: questo ci fa capire quanta consapevolezza ci sia nelle famiglie italiane.
Maura Latini, amministratore delegato Coop
Nel 2022 la vita si è fatta dura per i supermercati e ciò durerà almeno fino al 2023. Il fortissimo rischio per i supermercati è la tenuta dei volumi e la grande preoccupazione per l’incremento del costo dell’energia. Sugli scaffali dei supermercati ci saranno più prodotti di marca Coop. Si è registrato un aumento nel settore delle merendine, un +30%, mentre nel settore aperitivi c’è stato un incremento del +88%. Si deve considerare che i consumatori sono cambiati e i fattori sono accessibilità e sostenibilità.
Le aspettative generali su come potrà agire il governo da parte nostra sono essenzialmente due: dare continuità al lavoro sul Pnrr, quindi al lavoro con l’Europa, e poi sostenere la parte più debole del Paese attraverso misure o fiscali o di sostegno al reddito: bisogna mettere dei soldi in tasca alle famiglie che hanno meno, in questa categoria ci può stare anche abbassare l’Iva sui prodotti di base.
Marco Pedroni, Presidente di Coop Italia e di Ancc-Coop
Sarebbe utile un miglioramento e un abbassamento dei costi energetici per un aumento di credito d’imposta verso imprese non energivore. L’energia è il portante in questo momento, perché fa da traino a tutti gli altri costi esistenti.