Fu Andrew Taylor Still, medico statunitense a fondare la prima scuola di osteopatia creando un nuovo concetto di diagnosi e trattamento. L’etimologia di osteopatia significa “osso” e “dolore”. Si tratta di una terapia improntata su contatto manuale per diagnosi e trattamento. Il trattamento manipolativo osteopatico (TMO) si basa tra struttura e funzione delle diverse parti del corpo. Lo scopo è di ottimizzare l’equilibrio complessivo dell’organismo. Un modo per agevolare le sue stesse capacità di autoregolazione e guarigione.

Il TMO comprende interventi sull’alimentazione, oltre a tecniche manipolative non invasive. Non solo, ma anche attività fisica e postura. Mente e corpo sono capaci di regolarsi mantenendo lo stato di salute. L’osteopata deve capire tutti questi meccanismi usando diversi approcci: muscolare, scheletrico, viscerale, craniale e mio-fasciale. Ecco a cosa può essere applicata l’osteopatia:

  • dolori e disfunzioni muscolo-scheletrici
  • disturbi digestivi
  • disturbi uro-genitali
  • fibromialgia
  • nevralgie
  • sinusiti, riniti
  • cefalee, emicranie, vertigini
  • disturbi del sonno, ansia, stress
  • affaticamento cronico
  • disturbi di circolazione
  • disturbi temporomandibolari, malocclusioni

Inoltre, nonostante ci sia una complementarietà, bisogna citare le principali differenze tra fisioterapia e osteopatia. In Italia l’osteopatia non è stata riconosciuta come professione sanitaria fino al 2020. La fisioterapia prevede una laurea, mentre l’osteopatia necessita di un diploma rilasciato da una scuola di osteopatia.

L’osteopatia cura i vari sistemi del corpo umano, mentre la fisioterapia offre riabilitazione a vari sistemi del corpo. In osteopatia se il dolore si avverte in una determinata sede, a volte, per risolverlo bisogna agire su un’altra parte del corpo. La fisioterapia, invece, si focalizza sulla zona di dolore. La fisioterapia è necessaria, dopo interventi di chirurgia o traumi per la riabilitazione, mentre l’osteopatia cerca di riportare l’equilibrio del corpo spingendolo ad autoregolarsi.

Inoltre, l’osteopatia non ha effetti collaterali, se eseguita correttamente. L’osteopata però deve conoscere i limiti della propria disciplina: non si deve sostituire al medico. L’osteopata non usa farmaci o strumenti. L’osteopatia non serve in casi di:

  • lesioni gravi
  • urgenze mediche
  • patologie degenerative
  • patologie genetiche
  • malattie infettive