Diventare una figura di riferimento per gli adolescenti vuol dire mandare messaggi educativi, ma anche dargli senso critico e capacità di giudizio. Genitori e insegnanti hanno questo difficile ruolo, ma cosa fare se i tempi sono veloci e messi a disposizioni dei giovani hanno un’evoluzione rapida? La nascita di nuovi social e nuove app non permettono di insegnare a usare ai giovani uno specifico social network.

Sempre utile dare specifiche regole su cosa è positivo e cosa è negativo da fare. Fra queste cose c’è il trasmettere informazioni personali con gli sconosciuti, riflettere prima di pubblicare un contenuto, non usare dispositivi in certe circostanze o orari. Usare i social sono un massimo di ore quotidiane. Ecco che educazione ed alfabetizzazione digitale sono importanti. Ecco che la chiave di lettura e risoluzione è l’agentività o digital agency. Questa indica il sentirsi agenti attivi, ovvero sentire che le proprie intenzioni e i propri gesti possono avere un impatto. In parole semplici, sentirsi in grado di influenzare in modo attivo e positivo contesto ed eventi. Se invece non si sente di avere un controllo sugli eventi, allora ci sarà un’influenza negativa.

La digital agency indica il sentirsi agenti attivi online esprimendo la propria intenzionalità nel contesto digitale. Una ricerca ha dimostrato che i partecipanti all’esperimento hanno descritto alcune abitudini digitali personali. Una fra queste è l’importanza della personalizzazione. L’agentività abbraccia tutti quei comportamenti in cui si agisce a livello digitale con uno scopo autodeterminato. In parole povere, quando sentiamo di avere il controllo dei mezzi da noi utilizzati.

I genitori e gli insegnanti sono quelli che prendono decisioni che poi hanno un impatto sulla vita digitale dei giovani. Ad esempio limitare o permettere l’uso dei dispositivi. A volte, però è meglio valutare le azioni che un giovane compie durante il tempo passato sui social o usando tali dispositivi. Non invece la quantità di ore che vi trascorre.

La crescita fa cambiare il livello di sostegno e dell’autonomia di cui i giovani necessitano. I più piccoli hanno bisogno di regole e limitazioni con un controllo diretto sulle loro azioni. I più grandi hanno un monitoraggio sempre meno associato a regole aumentando dialogo e spazio per esplorare cose nuove. Gli adulti quindi devono tutelare e contemporaneamente favorire lo sviluppo di sane abitudini digitali.