Il nome simbolo alla base della saga di Halloween è solo uno: quello di John Carpenter. Il regista ha dato vita al franchise seguendo le sue ispirazioni, e i temi che sono divenuti ricorrenti in tutti i suoi film. In quest’approfondimento vogliamo tenere unito il legame tra John Carpenter e la saga di Halloween, sviscerando alcuni degli argomenti che hanno reso cult questa saga, e che ne rappresentano il seme da cui è stata generato uno dei franchise simbolo dell’horror al cinema. Il tutto in occasione dell’uscita di Halloween Ends nelle sale cinematografiche.

Un cult che nasce dal classico

Halloween, temi origine saga

La New Hollywood al cinema fu una vera e propria rivoluzione, capace di dare spazio sul grande schermo a registi come Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, Steven Spielberg, ed anche John Carpenter. L’abilità di questi filmmaker è stata quella di distaccarsi dal modo di fare cinema dei padri fondatori americani (da John Ford a Frank Capra), ispirandosi comunque al passato, riproponendolo però in una salsa diversa. Può essere il caso di George Lucas, che declinò la sua passione per la fantascienza e per i serial su Flash Gordon con quel primo Guerre Stellari, che divenne successivamente un gigante dell’intrattenimento. Per quanto riguarda John Carpenter, nonostante il suo modo di fare cinema rappresentò un’innovazione sotto tanti punti di vista, la base del filmmaker rimase sempre il western, e gli adattamenti di John Ford. Non a caso il suo primissimo lavoro lo vede impegnato alla sceneggiatura di un cortometraggio, vincitore dell’Oscar ne 1971, intitolato  The Resurrection of Broncho Billy, e che racconta di un ragazzo che si isola dalla realtà degli anni Settanta rifugiandosi in un ideale storia western. Ed alcuni dei primi lavori cinematografici di John Carpenter non sono altro che western mascherati: stiamo parlando di Distretto 13 – Le Brigate della Morte e Halloween.

Per quanto riguarda Distretto 13, l’ispirazione conclamata è Un dollaro d’onore di Howard Hawks. La storia racconta di alcuni membri di una gang di Los Angeles che vengono uccisi dalla polizia. Con la gang che giura vendetta, in questa revenge story vengono coinvolti anche gli innocenti Lawson Richards e sua figlia Kathy, e l’antieroe Napoleone Wilson. Nel lungometraggio il gruppo si ritroverà rinchiuso all’interno del penitenziario assaltato dalla gang criminale. L’ambientazione negli anni Settanta nasconde lo scheletro di un western duro e puro, con tanto di sparatorie e tipica difesa dall’assalto dei fuorilegge.

E che cos’è Halloween se non un western mascherato da horror, in cui il villain ritorna a casa per una resa dei conti finale?

La storia di Michael Myers, autore di un efferato omicidio da bambino, e che, dopo aver compiuto 18 anni ritorna nella sua vecchia città per regolare i conti con la sorella ed espletare la su missione di morte, non può non ricordare le storie americane di frontiera, in cui il personaggio cattivo semina il panico nel villaggio, e ritorna per saldare un conto in sospeso. Laurie Strode e Michael Myers sono i duellanti, mentre tutto il resto è un contorno per una battaglia a colpi di coltellate. Si, perché in questo caso le pistole vengono sostituite dall’arma simbolo del genere horror-slasher. Halloween è il film che dà origine al genere, ma, considerando che, come riportato prima, la New Hollywood nasce sulle ceneri del vecchio cinema classico, John Carpenter ha avuto delle ispirazioni più che solide. In questo caso le origini dello slasher arrivano dall’Italia e dal regista Mario Bava, autore di film come Reazione a Catena e Sei donne per l’assassino, pellicole che nel 1964 e nel 1971 misero al centro della storia un assassino capace di commettere delitti efferati in uno stile che fece da prototipo al genere slasher (non a caso in Reazione a Catena è presente una sequenza di omicidio identica a quella che vide protagonista Kevin Bacon in Venerdì 13). Chiaramente in tutto ciò s’inserisce anche il cinema di Dario Argento, ed in particolare Profondo Rosso, che fu l’ispirazione di base per la colonna sonora realizzata dallo stesso Carpenter. In ultimo non possiamo non citare Jamie Lee Curtis, che fu scelta anche perché figlia di Janet Leigh, la protagonista di Psyco, per un richiamo al grande film di Alfred Hitchcock in cui, anche in quel caso, al centro della storia veniva messo un assassino seriale.

Michael Myers, l’incarnazione dei mali della società degli anni Settanta

Halloween, temi origine saga

John Carpenter realizzò un cocktail di contaminazioni che portarono come risultato finale l’antesignano dello slasher movie, ed un successo a botteghino di un certo livello. Quello che doveva essere una sorta di B-Movie su di un assassino di babysitter, si trasformò in una base dell’horror contemporaneo, ed in un film tematico su più livelli. Questo perché Michael Myers che rappresenta “il male puro” non è altro che l’incarnazione di una società, quali era quella degli anni Settanta, divenuta per tanti versi più inospitale che mai. Ricordiamo che a quei tempi l’attuale Times Square di New York era una strada piena di malaffare e prostituzione (così come raccontato nel telefilm The Deuce), gli idealisti anni Sessanta avevano lasciato spazio ad una situazione economica difficile (segnata dalla crisi del dollaro del 1971), dal tramonto di una politica idealista (con lo scandalo del Watergate), e da un’America ben lontana dagli standard da sogno degli anni Cinquanta (la stessa Los Angeles e New York sono città segnate dalla criminalità, dalla presenza di gang e dalla corruzione).

Michael Myers rappresenta l’incarnazione del male di una società che John Carpenter vede ormai senza via di scampo.

Non a caso un altro dei suoi film di successo sarà 1997: Fuga da New York, un lungometraggio in cui il mondo è ormai sull’orlo dell’Apocalisse, e la Grande Mela è un luogo senza speranza, e ingovernabile. Anche il villain simbolo di Halloween è ingestibile, ed il dottore Sam Loomis, interpretato da Donald Pleasence, è l’unica figura che ha provato nel tempo a gestire questa espressione del male, ed a prendere atto della sua totale purezza malefica.

Halloween Ends segna la fine di una trilogia che è stata caratterizzata dall’impatto della politica trumpiana, che, per tanti versi, ha imposto nuovamente dei temi di quegli Stati Uniti anni Settanta, che hanno vissuto in mezzo alle difficoltà economiche, allo scetticismo nei confronti della politica, ed alla violenza. L’assalto a Capitol Hill del gennaio 2021 può essere considerato il simbolo “del male puro” e irrazionale di una frangia della società pronta a ribellarsi contro i suoi stessi simboli di civiltà. Questa rabbia sociale, l’incapacità di governare gli istinti, e la presenza di una figura capace d’incarnare e incanalare tutte queste pulsioni negative, sono elementi vivi anche nella nuova trilogia di Halloween, che arriva alla conclusione con Halloween Ends. Ma tutto ha avuto origine negli anni Settanta, con la mente creativa di John Carpenter, capace di generare una figura simbolo “del male puro”.

    Ricordiamo che Halloween Ends è al cinema dal 13 ottobre, distribuito da Universal Pictures.