Omicidio nel West End, la recensione del nuovo giallo comedy in salsa Knives Out

 

Omicidio nel West End

Sono molto dispiaciuta nel constatare che Omicidio nel West End stia passando praticamente inosservato in Italia e all’estero. La pellicola merita un pubblico più ampio rispetto a quello che sta coinvolgendo. Omicidio nel West End è il nuovo giallo in salsa Knives Out. La pellicola diretta non da Rian Johnson, ma da Tom George, segue le orme del successo del 2019 ma sceglie di imbastire la trama a modo suo. 

Il film, nonostante l’ambientazione anni ’50, è fresco e divertente, al passo coi tempi ed innovativo. Non annoia ed è imprevedibile. Molto interessante è la dinamica tra la strana coppia composta da Saoirse Ronan e Sam Rockwell, una vera e propria coppia che scoppia. I fan della Christie non posso assolutamente perdere il film: protagonista della pellicola è la presentazione teatrale di Trappola per topi, tratta dal romanzo dell’autrice di gialli più famosa di sempre. Ora bando alle ciance ed entriamo nell’analisi del film anche mediante un confronto proprio con Knives Out. 

Prima, però, ecco il trailer di Omicidio nel West End.

Omicidio nel West End, dalla trama alle somiglianze con Knives Out

West End di Londra, anni Cinquanta. È da poco finita la seconda guerra mondiale e l’Inghilterra vuole ripartire. L’intrattenimento ha un ruolo importante per risollevare il morale della popolazione. Presso il New Ambassadors Theatre si celebra la centesima messa in scena di Trappola per topi, adattamento teatrale dell’omonimo romanzo di Agatha Christie, opera che presto avrà anche una versione cinematografica. Peccato che tutto sembra apparentemente bloccarsi a causa dell’omicidio del futuro regista. 

A risolvere il caso è chiamato l’ispettore Stoppard con l’aiuto di una zelante recluta, la prima agente di polizia donna di Londra, Constable Stalker. Mentre Stoppard sembra annoiato e stufo del solito lavoro, per Stalker è eccitante provare i brividi di una nuova avventura. Peccato che la giovane poliziotta giunga sempre a conclusioni affrettate. La dinamica dell’insolito duo composto da maestro e allieva porta la storia ad indagare su tutti i sospettati: dagli attori di teatro ai vertici della produzione del film, nessuno escluso. Il caso verrà risolto ma non senza complicazioni e divertenti fraintendimenti nel frangente.

Omicidio nel West End porta lo spettatore cinefilo dietro le quinte del teatro, una rappresentazione nella rappresentazione. Tanti sono i riferimenti metacinematografici presenti nella pellicola, divertenti e mai banali. Il teatro è l’origine dell’arte della rappresentazione e viene utilizzato nel film come strumento e parallelismo dei reali omicidi che avvengono nel corso della storia. Il cadavere viene letteralmente messo in scena, così come le varie modalità di omicidio appaiono come riproduzioni vere e proprie di copioni teatrali. Non stavo esagerando quando vi ho parlato di rappresentazione dentro la rappresentazione. 

Sicuramente ad un primo impatto avrete notato delle somiglianze tra il nuovo Omicidio nel West End e Knives Out, pellicola diretta da Rian Johnson e distribuita nelle sale nel 2019. Entrambi i film mediante il taglio comico rinfrescano e adeguano il genere giallo. Sono a tratti vere e proprie parodie del genere senza però risultare offensive o banalizzanti. Il genere giallo proprio grazie a questi due lungometraggi sta ricevendo nuova luce. 

knives out

Omicidio nel West End, come Knives Out, propone il genere giallo in salsa comedy. Per tutta la pellicola il film di Tom George ironizza sugli stereotipi del genere e fa di questo il suo punto forte. Entrambi i lungometraggi abbattono i pregiudizi che da sempre hanno circondato il genere e risolveranno le classiche modalità di rappresentazione. Se Knives Out è un giallo a tratti cervellotico in cui l’attenzione dello spettatore deve cadere sul dettaglio, Omicidio nel West End è semplice e lineare, la soluzione è quasi sempre davanti agli occhi dello spettatore. Forse siamo stati troppo abituati a cercare la soluzione più complessa e articolata e quando il caso è più semplice del previsto ci perdiamo in bicchier d’acqua. 

Ad unire i due lungometraggi è anche la particolarità della coppia protagonista: in entrambi i casi comicità e inesperienza accomunano i componenti. In Knives Out Chris Evans e Ana de Armas impersonano nipote ed infermiera del defunto, il primo è sicuro di se e con un piano per organizzato, il personaggio della de Armas, invece, è inesperto, ingenuo e disorganizzato, in costante ricerca di approvazione. 

In Omicidio nel West End i protagonisti hanno i volti di Sam Rockwell e Saoirse Ronan. Un duo insolito e transgenerazionale. Sam Rockwell è lo svogliato e ubriacone ispettore Stoppard. È stato tradito dalla moglie e rifugia il suo malessere nell’alcol e nel lavoro, non svolge in maniera non curante il proprio mestiere, semplicemente è disincantato. Saoirse Ronan, invece, è Constable Stalker il primo agente di polizia donna di Londra. La Stalker è curiosa e desiderosa di imparare i trucchi del mestiere, è inesperta ma meticolosa e puntigliosa anche se giunge quasi sempre a conclusioni affrettate. Grazie al personaggio della Ronan la pellicola critica in maniera velata e con taglio comico sia la scarsa presenza di figure femminili tra le forze dell’ordine che il fatto che ai vari vertici del potere dello stato solo negli anni recenti si stia iniziando a sottolineare l’assenza delle famose “quote rosa”, considerate appunto solo in quanto quote da raggiungere e non per il valore singolo delle persone. 

Il duo è senza dubbio il comic relief del film. Una vera e propria stramba coppia composta da allieva e maestro anche se, in certi casi i ruoli di invertono.

Sicuramente l’ispettore Stoppard non ha il carisma e la presenza di Benoit Blanc interpretato da Daniel Craig in Knives Out, nonostante ciò si difende a dovere. 

Omicidio nel West End: i gialli non sono tutti uguali

Il nuovo film distribuito da Searchlight ha un obiettivo: sottolineare che i gialli non sono tutti uguali. 

La modalità con cui Omicidio nel West End giunge ad una simile impresa è l’aspetto più interessante. Mediante il voice over di Adrien Brody apprendiamo che per il regista del prossimo film tratto da Trappola per topi, ed in generale per lo spettatore esterno alla vicenda, i gialli sono tutti uguali: introduzione, svolgimento e persino risoluzione seguono in ogni film o romanzo le medesime procedure banali. Per tutta la durata della pellicola la sceneggiatura gioca con lo spettatore lasciandogli credere che l’affermazione della voce narrante sia vera. Sul finale prendono addirittura vita le idee disegnate dal regista, la risoluzione del caso però non è così prevedibile e banale come tutti avrebbero potuto immaginare.

Omicidio nel West End ironizza sui tratti caratteristici e distintivi del genere, sui costumi tipici e persino sull’autrice simbolo del genere giallo nel mondo, Agatha Christie. La pellicola Disney non ha paura di toccare i maestri del giallo, anzi utilizza stilemi tipici per ribaltare il risultato. Omicidio nel West End è un film fresco e al passo coi tempi nonostante sia ambientato negli anni ’50. Forse proprio grazie a pellicole così lo spettatore può essere interessanto a recuperare i capostipiti della letteratura o i film pilastro del genere.

Omicidio nel West End, film tratto da una storia vera

Ad inizio recensione ho sottolineato che la pellicola è imperdibile per i fan della Christie. Forse proprio loro sanno che il film nasconde un’importante fonte di verità. Protagonista di Omicidio nel West End è la rapresentazione teatrale di Trappola per topi, giallo che è realmente stato allestito al New Ambassadors Theatre nel West End di Londra. Per la prima volta l’opera è stato messa in scena al New Ambassadors Theatre il 25 novembre del 1952 ed è ed tutt’ora lo spettacolo più replicato della storia del teatro. Attualmente e dal 1974 è possibile visionare la rappresentazione al St Martin’s Theatre di Londra. 

Come mai nessuno parla di Omicidio nel West End

Mi duole constare che Omicidio nel West End sta decisamente passando inosservato sia in Italia che all’estero nonostante la pubblicità pressante. Al botteghino il film è un flop. In Italia lo scorso weekend, quello del debutto, ha incassato soltanto € 243.278 collocandosi all’ottavo posto in classifica. Negli Stati Uniti il film ha debuttato lo scorso 16 settembre incassando fino ad oggi solo $ 7,946,056. Un evidente disastro ai botteghini. Probabilmente la casa di distribuzione non ha puntato tanto sul film. Tranne la pubblicità social e quella in tv il film non ha ricevuto spazio tramite interviste o anteprime di valore.

A mio avviso settembre non era il mese idoneo per il rilascio di Omicidio nel West End. Una pellicola con un’ambientazione cosi autunnale ed invernale sarebbe stata perfetta per il periodo natalizio. Capisco che quest’anno in sala arriverà Avatar 2 ma collocare il film a dicembre magari verso i primi giorni del mese sarebbe stato sicuramente molto più proficuo. I gialli a Natale vanno sempre.

78
Omicidio nel West End
Recensione di Chiara Giovannini

Il film è un ottimo prodotto d'intrattenimento. Perfetto per gli amanti di Knives Out e della Christie. Sarebbe stato perfetto da vedere al cinema durante le festività natalizie.

ME GUSTA
  • Divertente, frizzante ed al passo coi tempi
  • Sfata tutti i pregiudizi sul genere
  • Tanti riferimenti metacinematografici
  • Accattivante la dinamica tra l'insolito duo protagonista
FAIL
  • Forse dura eccessivamente troppo
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