Con l’aumento delle temperature medie globali ci si aspetta un aumento anche di tempeste e fulmini. Uno studio, condotto dai ricercatori dell’Università di Berkeley, ha messo in luce una correlazione tra la frequenza dei fulmini e la crisi climatica che il pianeta sta attraversando.

Secondo questa ricerca ogni grado centigrado in più nelle temperature porta con sé un aumento del 12% nell’attività elettrica dell’atmosfera. Entro la fine del secolo negli Stati Uniti ci sarà un incremento della quantità di fulmini del 50%. Dal 2010, inoltre, il numero di fulmini nella regione artica è triplicato.

I ricercatori hanno osservato che questi sono scatenati dall’aumento di precipitazioni e di energia disponibile per dare origine a correnti ascensionali. Un fulmine viene generato dalla presenza contemporanea di acqua nei tre stati (solido, liquido e gassoso) e nuvole che si muovono verso l’alto, mantenendo le particelle di acqua solida in sospensione.

La conferma di questa correlazione arriva anche dalla Washington State University di Vancouver. Il ricercatore Dmitri Kalashnikov ritiene che il riscaldamento globale aumenterà la frequenza delle tempeste che porteranno a maggiori incendi e maggiori emissioni che continueranno a causare un aumento delle temperature.

Gli scienziati hanno sviluppato un modello in grado di prevedere l’attività elettrica atmosferica e le sue variazioni negli Stati Uniti, modello che ha un’accuratezza del 77% ed è poi stato applicato a 11 modelli climatici in cui non erano previste riduzioni significative di gas serra nei prossimi 85 anni.