Un sondaggio svolto nell’ultimo trimestre dello scorso anno scolastico segnala che un adolescente su cinque è stato vittima di bullismo.

 

Per molti ragazzi il ritorno a scuola significa anche tornare a fare i conti con il bullismo, un fenomeno che enfatizza i comportamenti di prepotenza e aggressività come unico canale comunicativo e relazionale che ha modificato il naturale comportamento sociale in esibizioni comportamentali esagerate, nelle quali ogni freno inibitorio è carente. Per quanto se ne parli il bullismo sessuale continua ad essere un fenomeno poco conosciuto. Sono diversi i motivi che possono spingere un bullo a mettere in atto certi comportamenti. Spesso la superficialità d’animo e la mancata comprensione dei sentimenti dell’altro sono i motivi principali, ai quali segue l’omofobia o il semplice diretto di denigrare il prossimo.

Vincenzo Gesualdo, presidente dell’Ordine delle Psicologhe e degli psicologi della Regione Puglia

 

 

I bulli prendono di mira l’aspetto fisico ed eventuali disabilità, ma anche l’orientamento sessuale e le origini o l’etnia. I più colpiti gli adolescenti tra gli 11 e i 16 anni, le ragazze e chi si considera “non binario”. A causa del loro orientamento sessuale sono quattro gli adolescenti su dieci a essere vittime di bullismo.

Oggi i bulli agiscono anche tramite i social network. Una delle forme di vessazione virtuale è l’orbiting, o meglio la pratica che vede il controllo esterno sui propri canali social di un ex partner. Ciò succede dopo la fine di una relazione sentimentale. Questo fenomeno ha colpito il 35% dei giovani e provoca turbamento, rabbia e tristezza. All’interno di questo fenomeno le più colpite sono le ragazze e i “non binary”. Questi ultimi sono persone aventi un’identità di genere non adeguatamente rappresentata da una “scelta” esclusiva tra la mascolinità e la femminilità.

Il cyberbullismo è un vero e proprio reato che sfrutta le insicurezze personali e le fragilità delle vittime per provocare umiliazioni e danni psicologici. Ciò può portare perfino ad ansia, depressione e all’istinto suicida. La cosa migliore è che la vittima non resti in silenzio, ma denunci il fatto.

Un altro fenomeno è il non consensual sharing, uno fra i più fastidiosi. Questo accade quando sul web circolano materiali intimi, spesso estorti da un partner. Ciò è accaduto al 14% degli intervistati dal sondaggio. Sarebbe quindi essenziale trovare un’area di intervento tramite processi formativi e sociali mirati al fenomeno del bullismo. Inoltre, sarebbe utile la prevenzione e il veloce intervento potenziando i centri di ascolto per le famiglie. Ideali anche un ulteriore rafforzamento dei servizi dell’età evolutiva e la concretizzazione della psicologia scolastica.