Un nuovo studio e i suoi risultati alimentano la speranza. Le innovative terapie dimostrano di funzionare a lungo termine e comprovano che la sopravvivenza dei pazienti sta aumentando notevolmente. Uno dei tumori più complessi, quello al polmone ha ottenuto un buon risultato grazie all’unione di pembrolizumab, molecola immunoterapica, con la chemioterapia.

Un primo passo avanti attesta che un paziente su 5 è infatti vivo a 5 anni. Tale combinazione di molecola e chemioterapia ha diminuito il rischio del 40% e ha raddoppiato a cinque anni la sopravvivenza globale. Consideriamo che con la sola chemioterapia la sopravvivenza era a 10,6 mesi.

Anche un altro studio relativo a pazienti con istologia squamosa il livello di sopravvivenza è raddoppiato rispetto all’uso della sola chemioterapia. Altri buoni risultatici ci sono stati per forme di tumore con mutazioni geniche. Ad esempio, nel carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio precoce che presentano mutazioni del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR). Successivamente all’operazione chirurgica, grazie all’uso della molecola osimertinib, si è arrivati a una sopravvivenza media a 5 anni e mezzo.

 

I vantaggi ottenuti, cioè una riduzione del rischio di recidiva o morte pari al 73% nella popolazione globale e una sopravvivenza mediana libera da malattia di circa cinque anni e mezzo, sono davvero significativi e definiscono un nuovo standard di cura, a fronte di un’ottima tollerabilità.

Filippo de Marinis, Direttore della Divisione di Oncologia Toracica dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano