La continua estinzione delle farfalle e di altri insetti in Europa è dovuta al cambio degli habitat e all’intensificazione dell’agricoltura. La grande scomparsa di farfalle e insetti è avvenuta negli anni Sessanta quando l’agricoltura ha avuto l’industrializzazione. Poi è stato però dagli anni Ottanta che le falene sono diminuite in montagna e nelle aree quasi naturali.

Ecco le conclusioni a cui è arrivato uno studio di esperti internazionali che dimostra come la conservazione della natura possa salvare le specie dall’estinzione. I dati relativi a 68 specie di farfalle trovate vicino a Salisburgo, in Austria, hanno attestato che numerose specie erano già diminuite nel secolo scorso. Si è compreso che le prime estinzioni siano state relative a farfalle che vivono in ecosistemi sensibili, per esempio come le paludi.

 

Tali habitat venivano già distrutti alla fine del XIX secolo, durante il periodo di crescita demografica più intensiva in Europa, a causa della forte espansione dell’uso agricolo e forestale.

biologo Jan Christian Habel dell’Università di Salisburgo, autore principale dello studio

 

 

Nella metà del secolo scorso molte farfalle si sono estinte per il deterioramento della qualità del loro habitat. Insomma, la ricerca dimostra che la colpevole principale della sparizione delle farfalle, dei bombi e di altri insetti sia dovuta all’industrializzazione dell’agricoltura. Questa dagli anni Sessanta ha iniziato l’uso intensivo di pesticidi e fertilizzanti artificiali.

 

Quasi più prati vallivi ricchi di fiori con la loro alta biodiversità, perciò le farfalle stanno scomparendo con loro.

Die Zeit