In montagna il saluto è una regola fissa. Se ci si incontra su un cammino con un’altra persona, bisogna salutarla: è d’obbligo. Il saluto è sempre stato una regola fissa oppure è nato solo dopo? Ecco il perché di questo gesto puro ed educato. Un vero preciso motivo non c’è, ma le ipotesi da esaminare sono varie.
In primis, c’è la solidarietà. Chi cammina magari lo fa per sport, e appunto sta facendo fatica. Il saluto in questo caso significa vicinanza durante lo stesso percorso. In secondo piano ci sono empatia e simpatia. Chi cammina in montagna sente l’affinità di chi fa lo stesso incontrandolo su un identico percorso. L’identico sforzo fisico condiviso da entrambe le persone che si incrociano.
Poi c’è il fatto che il saluto in montagna è quasi obbligatorio. Da sempre la montagna è un ambiente frequentato ogni giorno e non solamente per attività fisica. La montagna è sempre stata luogo di condivisione di fatiche. Sentieri e mulattiere uniscono gli animi, ma anche gli escursionisti conoscono bene l’ambiente che ospita i camminatori.
La montagna è ostile, anche se meravigliosa, quindi bisogna sempre tenere gli occhi aperti! Ebbene, non resta che scegliere il tipo di saluto. Ciò dipende dalla situazione e dallo sforzo che si sta compiendo. Chi fatica può fare un semplice cenno con la testa o con la mano risparmiando fiato. Chi cammina piano o in discesa può salutare con un “salve” o un “buongiorno”. Chi invece è molto attivo può anche chiedere “tutto bene?” L’essenziale è salutare.