Secondo le statistiche, il 55% della popolazione mondiale vive in aree urbane. Poi l’80% del cibo prodotto invece è destinato a essere consumato nelle città. Di conseguenza è normale che l’agricoltura urbana sia in crescita. Manca da sapere però quali siano i costi e i benefici della produzione in città. Ecco che è uno studio inglese a porre la giusta domanda. Quanto cibo possiamo far crescere nelle zone urbane?
Lo studio è dato da un’analisi di 200 studi a confronto svolti in 53 paesi diversi. Tutti relativi ad agricoltura di aree urbane. La ricerca non ha considerato solo zone verdi, ma anche quelle grigie. Per intendersi, tetti, strade e marciapiedi. Alcuni raccolti crescono particolarmente bene in modi non convenzionali. Ad esempio il pomodoro cresce grazie a coltivazioni idroponiche, che sostituiscono l’acqua al suolo. Dall’altra cavolo, broccolo e lattuga crescono molto bene se la coltivazione è “in verticale”. Poi ovviamente esistono anche i raccolti poco adatti agli spazi urbani.
Coltivare frutta e verdura in zone urbane è vantaggioso dal punto di vista economico? Pomodori e lattuga in città devono crescere in una temperatura controllata costantemente. In campagna tale costo non deve essere sostenuto. Per concludere, però avere città più verdi potrebbe essere un vantaggio per ottenere un’indipendenza dal punto di vista alimentare. Un prossimo futuro quindi sicuramente più green.