La compassione, da anni al centro di studi di esperti, diventa ancor più oggetto di analisi. Va a sostegno di chi la riceve e di chi la pratica. In special modo, però è stato attestato che si tratta di un antidoto protettivo e preventivo. Un modo per affrontare la sofferenza e che si può allenare con esercizi testati dalla scienza.
La definizione di compassione può essere la predisposizione empatica e la sensibilità di percepire la sofferenza propria e degli altri. Ciò seguito dal desiderio di voler agire per alleviarla e prevenirla. Le ricerche attestano che le persone impiegate nel settore sanitario sono quelle più a rischio per la maggiore sensibilità verso la sofferenza dei pazienti. La base si racchiude in un punto debole, ovvero nella non consapevolezza di riconoscere sé stessi come bisognosi di cura. Ecco che quindi una domanda sorge spontanea: come riuscire a sentire il dolore altrui senza esserne sopraffatti?
Un modo naturale per gestire meglio le emozioni è quello di reagire alla sofferenza degli altri con consapevolezza amorevole. Imparare a tenersi in un abbraccio amorevole per poter essere un sostegno per gli altri. Essere compassionevoli rappresenta, inoltre, un’occasione intelligente per una vita migliore. Un modo per generare buoni rapporti sociali solidi e stimolare una cultura sociale di benessere e prosperità.